La mia selva oscura si chiama DAD
di Con i Bambini
Viola, 11 anni
In questo periodo mi ritrovo anch’io come Dante in una selva oscura… infatti sto vivendo un momento brutto e cupo, non mi piace la situazione che sto affrontando perché mi ritrovo di nuovo a casa in DAD come l’anno scorso con la differenza che l’anno scorso ero a casa con tutta la famiglia, e sono di fronte al mio tablet ogni giorno per minimo cinque ore, invece di essere seduta sul mio banco in classe con i miei compagni.
Questo periodo è triste perché non posso più stare a ricreazione con le mie amiche di scuola, chiacchierare e confrontarmi, trascorrere quei pochi minuti in compagnia anche se con la distanza fisica e la mascherina.
Al mattino quando mi alzo non sono più di corsa per prepararmi per andare a scuola in macchina, non ho la voglia di vestirmi, di pettinarmi, di fare colazione perché il mio stato d’animo è scontento e triste, faccio tutto contro voglia.
Ogni mattina quando mi collego oltre ai problemi di connessione, non riesco a seguire bene le spiegazioni perché la mia attenzione non è più la stessa che avevo in classe, perché quando ero in classe era tutto più semplice, divertente, leggero e facile da capire. Anche alcuni insegnanti non sono più gli stessi, sono irritati a volte perché anche loro secondo me hanno difficoltà a farsi capire e spiegare le lezioni.
Vivere la Dad non è così semplice, tutte le mattine sono a casa con mia sorella che fa la terza elementare e ogni tanto quando si trova in difficoltà mi chiama e mi chiede aiuto, purtroppo e per fortuna i miei genitori sono a lavoro, quindi devo quasi sempre cercare di risolvere i problemi del computer e del tablet da sola o chiamando la mamma e il papà che quando possono si precipitano a casa.
A differenza dei miei compagni di classe io ho la fortuna di non aver mai smesso di fare sport, la mia amata ginnastica artistica, anche se mi impegna per quattro ore ogni giorno e spesso anche il sabato, perché faccio agonismo e gli allenamenti e le gare non sono mai stati sospesi. Gli unici contatti in questo momento sono le mie compagne di ginnastica, la mia allenatrice e la mia famiglia; non ci si può più incontrare, uscire di casa perché siamo in zona rossa e questo durerà fino a Pasqua.
La mia speranza è che questo periodo finisca, che “la pandemia” che stiamo vivendo si risolva nel minor tempo possibile e che le notizie negative di questi mesi diventino solo un ricordo nel tempo.
Ti potrebbe interessare
La fotografia e i colori: grazie a loro sono uscita dalla selva oscura
Uscire dalla selva oscura grazie alla passione per la fotografia e i colori delle cose belle che ci circondano: fiori, piante, l'orto di casa, gli animali domestici. È l'esperienza che Sofia ci racconta con un video.
Il mio pallone: il mio amico fidato
Quando mi sento in difficoltà c’è sempre il mio amico più fidato, quello che viene a trovarmi anche se si è in zona rossa, quello che non teme il contagio e si avvicina a me senza paura.
Mio papà aveva il Covid. Ricordo la preoccupazione e la solitudine…
La zia ci lasciava le borse della spesa fuori dal cancello e ci salutava da lontano, la protezione civile passava con il megafono e il lampeggiante intimandoci di rimanere in casa.