La mia selva oscura, nella speranza di rinconquistare la normalità

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Andrea, 9 anni

Da un anno a questa parte, stiamo attraversando una situazione molto difficile, che il più delle volte sembra essere quasi impossibile da superare. Ci ha stravolto completamente, cambiando i ritmi delle nostre giornate e rivoluzionando le nostre vite.

Ancora oggi ricordo di quel 30 gennaio 2020,giorno in cui ai telegiornali annunciarono dei due turisti di origine cinese, risultati positivi al Covid-19, perché fu proprio da lì che partí tutto in Italia. In quei giorni, non si faceva altro che parlare di questo”virus”, dei modi con cui si trasmetteva, delle precauzioni, della sua letalità. Era troppo presto per conoscerne una cura che potesse annientarlo, tenendolo lontano, eppure si cercava in tutti i modi di combatterlo.

Da lì incominciammo ad utilizzare tutti la mascherina, i guanti monouso, i gel igienizzanti, a mantenere le distanze, e fu cosi che scomparvero gli abbracci, i baci, le strette di mano, e tutto ciò che prima costituiva la nostra normalità si trasformò in fonte di pericolo per noi stessi e per gli altri. Purtroppo persero la vita moltissime persone, molte altre riuscirono grazie alle terapie intensive a sopravvivere a questo virus che per tutti noi fu un qualcosa di nuovo, mai visto o ricordato fino ad allora.

Restammo chiusi nelle nostre abitazioni per ben tre mesi, con il divieto di poter uscire se non per fare la spesa, evitando cosi gli assembramenti e di conseguenza i contagi. Fu proprio un lockdown generale, dove vennero chiusi tutti i negozi e i locali che non vedevano beni di prima necessità. La situazione sembrava migliorare, infatti i mesi estivi vennero vissuti con moltissima “normalità “rispettando sempre le regole ed utilizzando la mascherina.

Con l’arrivo dell’ inverno, vennero ideati i vaccini e inviate le prime dosi, destinate al personale sanitario. Poco dopo però comparvero le varianti di questo virus, quella brasiliana, quella inglese che sembravano essere più aggressive del comune Covid_19. Fù così che l’Italia iniziò a colorarsi in zone (istituendo un coprifuoco), per la precisione zona rossa, arancione, gialla e zona bianca (dove nessun attività restava chiusa ed il coprifuoco era prolungato).

A distanza di un anno, sembra che poco sia cambiato, forse molte cose sono migliorate (come i vaccini, mascherine a poco prezzo, quando all’inizio e per gran parte dei mesi sono state introvabili o vendute ad elevati prezzi) ma tante altre sono andate via via peggiorando (ad esempio i contagi, i ricoveri). Purtroppo ad oggi ancora perdono la vita moltissime persone ed il brutto di questo virus è che non guarda in faccia a nessuno, ma colpisce tutti, anche i più piccoli.

Spesso mi pare di essermi addentrato in una selva oscura, proprio come Dante, dove tutto ciò che ci circonda sembra aver perso il senso del vivere, del tempo ma soprattutto aver perso colore! È come camminare in un tunnel (lungo migliaia di chilometri), stanco di percorrere la stessa strada da tempo, ma ancora con la speranza di giungere il più presto possibile alla luce (alla fine del tunnel). E così nella vita reale, stanco di trovarmi in questa situazione, attenendomi sempre alle regole, ma speranzoso che prima o poi tutto questo finirà e si potrà riconquistare la normalità.

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Spero che il vaccino sia quel famoso raggio di sole che possa farci uscire da questa selva e possa farci tornare ad una vita luminosa e splendente.

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All’inizio della Divina Commedia, Dante ci racconta che si era perso nella selva oscura, cioè in un momento buio della sua vita, quando una malattia terribile, fece morire Beatrice, il suo amore, ed è riuscito ad uscirne vivo grazie all’aiuto di Virgilio.

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Rispetto a tanta gente sono fortunato perché non ho perso persone care, ma stare lontano da loro mi pesa molto. Spero che i medici trovino al più presto una via sicura.