Un tramonto sul mare ci ricorda l’importanza delle piccole cose
di Con i Bambini
Fatima, 15 anni
È un pomeriggio di sole, i gabbiani volano alti nel cielo, limpido e nudo di nuvole, per una domenica di luglio la spiaggia è affollata, ma non troppo rumorosa, è il solito mormorio della gente che parla da un ombrellone all’altro, chiacchiere, fatti di politica, virus ad alta mortalità che ha dimezzato gran parte del paese durante la primavera.
Ad un certo punto, quando ormai la luce sta pian piano svanendo con il calar del sole, tutta la folla che aveva assalito il tratto di costa più ampio del litorale, si è come dispersa in una decina di minuti; gli unici rimasti, dei ragazzini dai 13 ai 18 anni, decidono di fare un ultimo bagno prima che il sole cali.
Mentre sono occupati a schernirsi tra di loro con schizzi e risate, una luce li travolge in una tempesta di colori che circonda l’occhio del sole morente, che poco a poco scende dietro l’orizzonte, intento a dare spazio al manto scuro della notte. L’acqua si ridipinge di rosa, riflette le sfumature del cielo, e le strisce di sole sembrano diamanti di salsedine, brillanti e chiari. I ragazzini, in estasi per l’atmosfera poetica e romantica, rimangono attoniti, come incantati, e fanno ritorno una volta che il sole è sparito definitivamente.
Ecco come un semplice tramonto sul mare, può farci ricordare quanto siano importanti le piccole cose che ci circondano ogni giorno. Durante la pandemia, quelle piccole cose sono state le cose che più avremmo desiderato di riavere, così come un tramonto, una cena tra amici, o un viaggio senza meta programmato in due ore.
Ci manca vivere, ci manca ridere, e ciò che ci è stato tolto un anno fa è un ricordo, che poco a poco svanisce nella quotidianità, nella monotonia, e nello sconforto di tutti i giorni. È incredibile come in una frazione di mesi le nostre giornate siano cambiate radicalmente: prima salutavamo i nostri affetti con un affettuoso abbraccio, uscivamo tutti i sabati a mangiare la pizza o in un ristorante, andavamo a trovare i parenti a Natale, andavamo in gita con i nostri compagni di classe, e scappavamo dalla monotonia, avventurandoci in posti sperduti e incogniti, dove niente era proibito da un DPCM o da una regola sanitaria.
Per noi, adolescenti dal futuro incerto, dai sogni persi e dalle buone speranze, ciò che ci ha davvero segnato nell’anima è stato l’amore per le nostre vite, piene di spensieratezza, divertimenti, paure, ansie, sbagli incoscienti e teste tra le nuvole.
I momenti più belli li vivremo, come non li abbiamo vissuti fino a questo anno, e torneremo a festeggiare in un mondo migliore, senza più la paura della selva oscura e rivedremo la nostra amata Beatrice.
“Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza.” (Lorenzo il Magnifico)
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