Dal buio alla luce grazie ai miei genitori

di

Simone, 13 anni

La mia vita fino ad un anno fa è stata serena ed in fondo felice. Avevo i miei punti fermi: l’amore e la protezione dei miei genitori, la vicinanza e la condivisione di molti interessi con alcuni amici, un buon profitto scolastico e lo sport che pratico da sempre, il calcio. Poi da un giorno all’altro tutto è  cambiato.

All’inizio, quando si è diffusa la notizia che un brutto virus si stava diffondendo in Italia, non mi sono reso conto della gravità della situazione ed ero abbastanza sereno, perché mi sembrava che tutto sarebbe finito presto. Non pensavo che il Covid invece avrebbe sconvolto la mia vita e quella di tutti i ragazzi.

Innanzitutto, il virus si è diffuso molto rapidamente, provocando tanti morti e sofferenze. Sono state adottate misure molto restrittive, dobbiamo tutti indossare una mascherina, che ci rende irriconoscibili e non ci fa respirare bene, è obbligatorio il distanziamento tra le persone e quindi non posso più frequentare i miei amici, è stata chiusa anche la scuola ed è stata adottata la DAD.

Seguire le lezioni attraverso il video di un computer mi fa avvertire un senso di solitudine e di lontananza, un conto è stare in classe e seguire dal vivo le lezioni, parlare con i professori e vedere i miei compagni e un conto è stare lontani con una comunicazione distante.

Poi si sono interrotte tutte le attività sportive che sono fondamentali per noi ragazzi, sia perché possiamo socializzare con i nostri compagni e sia perchè possiamo scaricare la tensione che accumuliamo durante la giornata.

Devo dire che questi cambiamenti nella mia vita hanno prodotto in me un senso di tristezza e di angoscia. Sento di essere sprofondato in una “selva oscura” così come vi si smarrì Dante. Il poeta vedeva da lontano un colle illuminato dal sole, che rappresentava la sua salvezza, ma ogni tentativo di uscire dalla selva era ostacolato da tre belve, che lo riportavano nell’angoscia e nello smarrimento. Per fortuna interviene in aiuto di Dante il poeta Virgilio, che lo guida e rende meno angosciante il suo viaggio nell’oltretomba.

Anch’io, spesso, provo la stessa paura di Dante, mi sembra di essere chiuso in un tunnel buio, vedo da lontano una luce in cui noto i miei amici, i miei parenti, il mio allenatore di calcio, i miei insegnanti, vorrei correre verso di loro, ma si presentano davanti a me il virus, il contagio, la malattia e la morte e per paura torno indietro.

Come Dante, per mia fortuna, ho qualcuno che mi aiuta a superare questi tristi momenti, i miei genitori, che cercano in tutti i modi di farmi sentire meno l’isolamento, vediamo qualche film insieme, giochiamo a carte e prepariamo dolci.
Spero di cuore di tornare presto alla normalità che tanto mi manca!

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Fortunatamente non mi sono mai abbattuta neanche quando ho contratto il virus. Per questo devo ringraziare il mio Virgilio, mamma.