L’essenziale è invisibile agli occhi, tutto ci sembra così scontato

di

Martina e Sabrina, 15 anni

La selva oscura… ci siamo mai chiesti cosa sia davvero? È quel luogo dove soggiorna di tanto in tanto l’animo umano: l’intreccio di sentimenti nei quali è facile perdersi durante la propria vita o è facile perdere di vista l’obiettivo ultimo della propria esistenza. Dante la descrive come selvaggia, aspra e forte, tanto amara che la morte lo è poco di più. Tutto ciò, nella sua interezza, è molto attuale, soprattutto per la situazione in cui stiamo vivendo, da ormai due anni: un tunnel infinito, buio, con quello spiraglio di luce così vicino, ma al contempo così lontano. Non muta nulla, continua tutto ad accumularsi. Quante volte condanniamo questa vita, illudendoci di averla già capita…

Un solo soffio, e improvvisamente, come un castello di sabbia che si scontra con le incessanti onde del mare, tutto ciò che ho costruito cade a pezzi, mi schiaccia; infiniti battiti, brevi voragini che continuano a formarsi dentro di me. Uno schiocco di dita, tutto è cambiato ed io mi sento come un armadio senza vestiti, vedo solo grucce appese su di me, nessun abito vistoso è pronto ad arricchirmi. Mi sento così estraniata da tutto: parlo, osservo, sorrido, scherzo, ma sento in ognuno di quei momenti un pezzetto di me scivolare via… inghiottito dal vuoto che mi sta scavando dentro; man mano, la diritta via è smarrita.

Sono finita in questa selva e non riesco più ad uscire: la mia stanza, sì, la mia assillante e asfissiante stanza. E proprio come in una foresta, mi sento smarrita; al primo temporale il filo d’erba si rovina mentre la quercia resiste e non si sradica facilmente. Vorrei essere quella quercia, in grado di superare gli ostacoli della vita. Fa male, tutto, così tanto… così sensibile che mi rompo con una parola.

Tutto ciò, partito da un “questo potrebbe diventare difficile”.

Ed è in queste circostanze che ci troviamo di fronte a un bivio: scegliere se adattarsi al buio, scoprendo quindi quello che ci può regalare, o se al contrario contrastarlo o perlomeno negarlo, finché possibile. Quando scegliamo di vivere anche il buio come uno spazio nel quale è possibile stare, uno spazio che non fa paura, o per lo meno non più della luce quando è nuova e abbagliante, stiamo scegliendo la nostra persona.

Spesso, arriviamo a prendere questa decisione grazie a qualcuno, un dux, una guida, come Virgilio per Dante, che gli fa ritrovare la via ormai smarrita. La cosa fondamentale, è riuscire a cogliere la bellezza collaterale, la bellezza delle cose mai amate; il legame indissolubile con tutte le cose che ci circondano.

Non possiamo continuare a sprecare la vita tracciando confini, alcuni decisamente troppo pericolosi da varcare, in cui è facile perdersi. Però una cosa è certa: se sei pronto a correre il rischio, quell’oscura luce dall’altra parte inizierà a brillare.

 

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