La nostra quarantena: insieme abbiamo superato i momenti bui

di

Racconto ricevuto nell’ambito del progetto “Futuro Prossimo

 

Flora, 12 anni

All’inizio di tutto questo hanno chiuso le scuole ed io ero entusiasta dell’idea, ma poi tutto si è trasformato in qualcosa di orribile!
Quando è iniziata la quarantena ero molto spaventata, ma ho cercato di dare un pizzico di allegria alla mia quarantena telefonando le mie migliori amiche Chiara e Susy e giocando ai giochi di società con la mia famiglia. Speravo fin in fondo che quel periodo passasse in fretta.
Non ho visto i miei parenti e ho trascorso anche il mio compleanno, se non totalmente, in quarantena cercando di invitare pochissime persone. Cercavo di non andare spesso dai miei nonni come facevo prima poiché avevo paura che gli succedesse qualcosa e non avrei sopportato l’idea di sapere che loro erano in pericolo di vita. Ho imparato a non essere più superficiale sulle cose e a capire il valore della libertà e della vita.
Ho passato tutta la mia vita con tutti i privilegi e le comodità, ma ho capito che oltre i privilegi le cose più belle che mi sono state donate sono la vita, la famiglia e gli amici che mi sono stati accanto, oggi vivo ancora con la speranza che tutto questo passi in fretta e che tutto possa tornare come prima.

 

Susanna, 12 anni

Quando è iniziato il lockdown non sapevo se essere felice per la chiusura delle scuole o triste perché non potevo uscire di casa. All’inizio trascorrevo tutto il giorno in camera mia a pensare a quando avrei potuto incontrare di nuovo le mie amiche, poi iniziarono le videolezioni e con loro anche le continue videochiamate con le mie compagne di classe.
Durante questo periodo ho legato molto di più con mia cugina che tuttora non ho ancora incontrato siccome vive a due ore di distanza da me, grazie a lei ho capito cosa mi piace davvero, lo stile che mi piace e le mie passioni. Ovviamente, devo molto anche a Chiara, che mi ha fatto scoprire la passione per le serie tv e anche Flora che mi ha aiutata nei momenti difficili.
Il mio compleanno l’ho passato comunque con le restrizioni poiché non si poteva fare assembramento ma tutto sommato sono stata bene, anche con quelle poche amiche che ho potuto invitare. Ho capito cosa sono le amicizie false e che non devo fidarmi a primo impatto.
In sintesi, la quarantena mi ha aiutata a capire le mie emozioni e chi sono davvero.

 

Chiara, 12 anni

Quando è iniziata la quarantena non sapevo se essere spaventata o felice perché se da una parte non sarei andata a scuola dall’altra non potevo uscire di casa, quindi automaticamente non potevo vedere amici e parenti.
All’inizio è stato difficilissimo abituarmi in tutti i sensi però devo essere sincera tutti i lockdown che abbiamo passato e stiamo ancora passando mi hanno aiutato a scoprire me stessa, a comprendere le mie emozioni e a scegliere le persone con cui volevo stare, ma ho capito anche che nella vita ci sono persone che possono abbandonarti da un momento all’altro. Purtroppo, ho perso molte persone a causa del Covid e non solo, quindi ho capito anche l’importanza di essere rispettosi nei confronti delle persone che vuoi bene.
All’inizio della quarantena rimanevo in camera mia a studiare senza fare nulla di produttivo e a ripassare tutti i ricordi e le situazioni nella mia mente, per fortuna ho superato tutti i momenti brutti anche grazie a Susanna e Flora, le mie migliori amiche, le amiche che tutti vorrebbero, che mi sono state sempre vicine in molti momenti di sconforto.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Partire oppure rimanere a casa per cercare Bianchina: la mia decisione

L’anno scorso, una mattina d’estate, appena sveglia, andai in giardino per giocare con la mia gattina di nome Bianchina, ma non mi rispose.

La paura della nuova classe, la Dad, i cambiamenti difficili

All’inizio fu strano abituarci ai nuovi compagni ma con il passare dei giorni ci unimmo sempre di più e formammo un bel gruppo affiatato e scherzoso.

Grazie a mio fratello continuo a vedere la luce anche nel lockdown

Non ce la facevo più a restare a casa, anche solo andare a scuola mi sarebbe bastato per colmare il vuoto delle mie giornate passate davanti a un monitor.