La mia playlist chiamata “vita”
di Con i Bambini
Francesca, 16 anni
La vita di un adolescente qualunque nell’ultimo anno è una continua ripetizione; ogni giorno è uguale al precedente e a quello che seguirà. La mia vita è ormai come la mia playlist preferita; conosco perfettamente l’ordine di tutte le canzoni, so quale verrà dopo alla mia preferita e so già quale sarà l’ultima prima che ricominci tutto da capo.
Il 2020 è stato la mia selva oscura. Ho perso la retta via giá prima dello scoppio della pandemia; un’amore finito ha infranto il mio cuore e come un fulmine a ciel sereno ha portato scompiglio nella mia vita. Sentivo di scendere sempre più verso il basso e proprio quando pensavo di riuscire ad intravedere un pò di luce , sono comparse le mie tre fiere; il covid, il lockdown e i DPCM.
Proprio come Dante, mi sono trovata in una selva che dopo ogni Decreto diventava sempre più tenebrosa. Con l’arrivo delle prime e stringenti restrizioni iniziavo a sentirmi sempre più piccola e chiusa in me stessa. Io, che sono una ragazza molto solare, che ama il contatto con le persone, non riuscivo più a riconoscermi.
In quel momento già molto difficile, avevo bisogno soltanto delle persone a me più vicine, desideravo un abbraccio di conforto dalle mie amiche, un bacio o un semplice sguardo, che spesso vale più di mille gesti. Loro sono state il mio Virgilio, la mia guida. Incredibile come anche a distanza, senza toccarmi e ne guardami direttamente negli occhi, sono riuscite a coprire, almeno in parte, la mia sofferenza.
La situazione pandemica ha reso la mia selva sempre più oscura; ora oltre ai normali problemi che vive quotidianamente un adolescente, si sono aggiunti anche l’ansia del contagio e la costante paura di poter mettere a rischio la vita delle persone care, semplicemente vivendo la vita di un normale giovane del nostro tempo.
Il periodo del primo lockdown è stato difficile per tutti, ho sentito tantissimo la mancanze dei miei amici e ho apprezzato come non mai le possibilità che ci offre internet. Ho imparato a vivere diversamente la mia vita, stando in contatto giorno e notte con le persone che amo di più anche a distanza. Internet mi ha dato la possibilità di sentire vicine persone che fisicamente erano distanti, e ho iniziato a condividere con loro ogni istante della mia vita.
Mi è capitato anche di addormentarmi in videochiamata con alcune delle mie più care amiche, e di svegliarmi improvvisamente trovando sullo schermo i loro volti ancora assonnati. Non avrei mai pensato di diventare dipendente da internet a tal punto da addormentarmi davanti ad un computer in videochiamata, ma quel momento è il primo frammento che mi riporta in mente il 2020.
Fondamentalmente, è qualcosa di veramente imbarazzante ma fa capire come ci si può volere bene anche da lontano , condividendo le cose più banali e superflue che nel loro complesso permettono di comprendere quanto un’amicizia sia solida e basata su un grande affetto.
Arrivata l’estate, come molti ho vissuto un periodo libero dalle pressioni del primo lockdown ma sempre intimorita dalla possibilità di poter contrarre il virus e trasmetterlo ai miei parenti più anziani . Ho imparato a misurare i miei comportamenti ma ho ugualmente vissuto un’estate molto migliore rispetto a quella che prevedevo durante il lockdown.
Ormai avevo imparato a gestire le mie paure, a convivere con il virus; ero a pronta a riprendere in mano la mia vita, ero pronta a vivere la mia adolescenza. Ero consapevole che sarebbe stata diversa da quella che sognavo da bambina, diversamente bella ma comunque straordinaria. Non è stato così. È passato un anno, ho svolto il mio primo lavoro estivo, ho spento 16 candeline sulla torta del mio compleanno ed è arrivato Natale. Un loop.
Un anno, esattamente come la mia playlist preferita. Il 31 dicembre, l’ultima canzone della raccolta e poi di nuovo tutto da capo. Inizia il 2021 , la prima canzone e poi di nuovo Marzo e l’arrivo del lockdown. Di nuovo, ogni giornata è uguale alla precedente. Non ho più voglia di ascoltare le stesse canzoni, di vivere di nuovo le stesse emozioni. Ho voglia di scrivere una nuova pagina della mia vita, di creare una nuova playlist con una riproduzione causale dell’ordine dei brani. Sono stanca di andare a dormire sapendo quasi esattamente cosa accadrà il giorno dopo.
Ho voglia di uscire, conoscere gente nuova e liberarmi da quest’ansia che mi incatena ormai da 1 anno. Nessuno mi ridarà quest’anno perso, e me ne farò una ragione ma quando sarò adulta vorrò guardarmi indietro e non vedere solo ciò che di negativo ha avuto la mia adolescenza, penserò a chi ha sofferto molto più di me , a chi pagherebbe per avere i miei stupidi problemi da comune adolescente, a chi ha perso una persona cara e a chi non ce l’ha fatta .
Se il 2020 fosse una canzone sarebbe l’ultima della mia playlist, che mi ricorda che una volta conclusa ricomincia tutto di nuovo da capo, nel bene e nel male.
Ti potrebbe interessare
Un voto non è in grado di stabilire le mie capacità e la mia intelligenza
La mia selva oscura era caratterizzata da voti in rosso, dalla delusione che provavo e che credevo provassero anche miei genitori ogni volta che aprivo il registro.
Lockdown: una selva oscura senza una via di uscita
Ricordo ancora il mio ultimo giorno di scuola “normale”. Avrei voluto sapere che quella sarebbe stata l’ultima campanella, che da quel momento tutto sarebbe cambiato.
Un tramonto sul mare ci ricorda l’importanza delle piccole cose
Durante la pandemia, quelle piccole cose sono state le cose che più avremmo desiderato di riavere, come una cena tra amici, o un viaggio senza meta programmato in due ore.