Al Farfabruco i bambini tornano a giocare

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Il nido d’infanzia Farfabruco ha ripreso ad accogliere bambini desiderosi di riprendere a giocare e relazionarsi tra loro.
A partire dal primo luglio e rigorosamente in piccoli gruppi, per rispettare le disposizioni e linee guida anti Covid19, i bambini sono tornati a godere di momenti di svago esprimendo la propria creatività in piena sicurezza.  Il nido d’infanzia della Cooperativa Itaca a Pordenone ha infatti riaperto le porte in viale Treviso al civico 12, con un servizio sperimentale innovativo (SSI) estivo rivolto ai bambini 0-3 anni.

Dopo oltre quattro mesi di sospensione dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus, il Farfabruco è ripartito nell’orbita del progetto Caleidos, offrendo risposta al bisogno di socialità e di esperienze educative stimolanti per i bambini, fornendo insieme una risposta concreta alle esigenze di conciliazione vita/lavoro delle famiglie, oltre che in previsione di una riattivazione della proposta pedagogica di Nido tout court che si spera possa avvenire a settembre.

La prima settimana è volata, ma vedere la serenità, la felicità e i sorrisi dei bambini, come anche sentire le loro voci in queste prime giornate, ci ha già ripagato del dispiego di energie attivate per progettare un servizio estivo sicuro, pienamente aderente alle linee guida normative per consentire ai bimbi di frequentare in piena sicurezza il Farfabruco”. Sabina Capolo, direttora del
Farfabruco, parla a nome di tutta la sua equipe: “abbiamo riaperto con grande entusiasmo, sia perché volevamo che i bambini tornassero a giocare, sia per dare sollievo alle famiglie, provate dopo i mesi di lockdown”.

Le famiglie hanno risposto con collaborazione, dimostrando apprezzamento e gratitudine verso questa opportunità offerta da Itaca grazie alla collaborazione con il Progetto Caleidos, co-finanziato dalla Fondazione “Con i Bambini” per superare le fragilità educative e sostenere il compito educativo genitoriale. “E noi siamo grate a tutti i genitori – afferma Capolo per Itaca -, anche perché stanno rispettando alla perfezione ed in piena corresponsabilità tutte le indicazioni stabilite dalle linee guida, come ad esempio la gestione dell’ingresso e dell’uscita, facilitandoci così l’accoglienza. Lo interpretiamo come un segnale di grande attenzione anche nei confronti del servizio. Per questo il nostro grazie va a tutte le famiglie che stanno vivendo questa avventura insieme a noi”.

Il servizio sperimentale al Farfabruco è aperto dal lunedì al venerdì in orario 7.30-17.30, gli ingressi sono scaglionati, ogni famiglia ha un orario in uscita e uno in entrata, concordato con l’equipe educativa, in base alle loro specifiche esigenze. Sono stati realizzati due punti di triage ai due ingressi. La cucina interna è attiva con la cuoca Paola Baldissera e le sue gustose pietanze. Tutti i giocattoli vengono sanificati ogni volta che i bambini terminano di utilizzarli. “Abbiamo iniziato con gradualità, con un orario rispettoso dei tempi dei bambini, trasformando in gioco tutte le misure comportamentali necessarie per la prevenzione del contagio, dal triage iniziale al lavaggio delle mani da effettuare più volte al giorno”.
Le attività si svolgono prevalentemente all’aperto, mantenendo sempre alto il livello di attenzione rispetto alle precauzioni igienico-sanitarie. In caso di attività svolte in luoghi chiusi, ogni piccolo gruppo ha uno spazio dedicato e ai locali viene garantita una ventilazione continua, oltre all’adozione di specifiche procedure di pulizia e sanificazione previste per il contenimento del SARS – Cov2.

Se l’avvio di questa progettualità sperimentale è stato più che sereno, ciò è certamente dovuto anche al rapporto che l’equipe educativa è riuscita a mantenere con le famiglie e con i bambini durante i mesi di lockdown. L’utilizzo degli strumenti digitali, Facebook e WhatsApp soprattutto, ha mantenuto i rapporti vivi seppure a distanza.
L’equipe ha dimostrato di essere un gruppo coeso – prosegue Capolo – che si è mantenuto attivo anche durante la sospensione del servizio con riunioni via Zoom e con attività digitali rivolte ai bambini attraverso la pagina Facebook del nido. Un’equipe estremamente proattiva che, davvero in pochi giorni, ha saputo tradurre il desiderio di dare contributo concreto ai bisogni dei bambini e delle famiglie, nella realtà di uno spazio di incontro e di gioco colmo di energie positive”.

Il SSI al Farfabruco è stato possibile grazie alla virtuosa collaborazione con il Progetto Caleidos, progetto a respiro nazionale di cui Itaca è capofila per il Friuli Venezia Giulia. Il Farfabruco, come lo stesso Nido Montecavallo gestito dal partner progettuale Coop Melarancia, appartengono alla rete dei “punti educativi” attivati in Caleidos. Su questa linea entrambe le strutture sono state aperte
all’accoglienza di famiglie del territorio attraverso servizi sperimentali estivi, nella consapevolezza e convinzione che iniziative di questo tipo siano necessarie per consentire ai bambini di riprendere le importanti esperienze di relazione tra pari e di vivere avventure educative ricche di stimoli per una crescita sana e serena.

Da evidenziare l’opportunità che la co-progettazione in atto tra le Cooperative sociali Itaca e Melarancia, attraverso il Progetto Caleidos, ha offerto in merito all’inserimento nel servizio sperimentale di Montecavallo di bambini in target 3-6 anni, appartenenti a nuclei fragili e già fruitori di interventi educativi ad opera della Cooperativa Itaca.

Caleidos è un progetto rivolto ai bambini di età 0-6 anni e alle loro famiglie. Co-finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini e guidato in Friuli Venezia Giulia dalla Cooperativa Sociale Itaca, vede la collaborazione di Comune di Pordenone, Comune di Cordenons, ASFO – Azienda sanitaria Friuli Occidentale, Istituti Comprensivi Pordenone Sud, Pordenone Torre, Rorai Cappuccini Pordenone,
Pordenone Centro, Cooperativa Melarancia, Cooperativa Abitamondo, Associazione genitori Melarancia, Fondazione Well Fare.

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