Gli attacchi di ansia mi stavano pian piano distruggendo

di

O. M. 

Tutti quanti, come Dante Alighieri nella sua opera, sono stati costretti ad attraversare una selva oscura, un momento buio che appariva quasi come insuperabile. Penso che la selva oscura non sia altro che un momento della propria vita talmente buio e cupo da rendere difficile la visione della parte più positiva e bella della vita quotidiana, quasi come se tutti i ricordi belli e spensierati fossero stati cancellati per dare scena a quelli più dolenti. Un momento di confusione, dove si prova la necessità di voler recuperare la diritta via, ma a volte appare come una missione talmente ardua, che si preferisce continuare a vivere nell’oscurità.

In un momento di difficoltà così grande, attualmente molti cittadini sono stati costretti ad attraversare una selva oscura e, chi più e chi meno, sono riusciti ad uscirne e riprendere la propria felicità. Nella mia vita fortunatamente ho sempre vissuto nell’amore di amici e familiari, ho vissuto una fantastica infanzia ed ero pronto per vivere uno dei periodi più belli della mia vita, e poiché stavo cominciando a conoscermi con maggiore profondità, ero pronto a intraprendere nuove passioni ed esperienze.

Con il forte problema sanitario che sta colpendo l’intero pianeta, molti dei miei progetti sono stati mandati a rotoli, e sono stato costretto, come tutti, a chiudermi dentro casa e aspettare il ritorno alla normalità. A primo impatto la situazione mi pareva quasi piacevole: vivendo infatti in campagna in una grande e spaziosa casa, non provavo la necessità di uscire e, anzi, ero abbastanza felice di passare quasi tutto il mio tempo dentro casa.

Con il tempo la situazione è diventata quasi soffocante, e avendo esaurito ogni metodo di svago, ho cominciato a vivere nella noia più crudele con il passare dei giorni. Per motivi seri sono stato costretto a non poter uscire più di tanto, quasi fino a dimenticare le facce dei coetanei ma soprattutto quelle degli amici.

Ciò che più mi sconvolse fu la progressiva degenerazione di un forte problema che aveva cominciato a colpirmi: l’ansia. Già in passato ebbi forti problemi nel controllo delle mie emozioni, che spesso mi portavano a provare una forte ansia anche nelle cose più stupide. Tuttavia con il passare del tempo ero riuscito a risolvere questo problema nel modo più adeguato, riuscendo a comprendere come fermare la comparsa dell’ansia.

Durante la quarantena forzata mi resi conto della presenza di un grande problema quando la corazza che usavo contro la comparsa del nemico era diventata letteralmente obsoleta, tanto da rendere implacabili e inarrestabili forti attacchi di ansia che mi colpivano quasi quotidianamente. Svegliarmi di mattina era diventato causa di ansia, durante i pomeriggi avevo cominciato a preferire il sonno, per non dover passare strazianti momenti di pura noia, ma nonostante ciò anche il sonno stesso era stato contaminato dalla pesantezza delle giornate.

Gli unici momenti di svago comprendevano le ore davanti al computer, ma giocavo talmente tanto ai videogames che questi erano arrivati a darmi letteralmente la nausea. Le giornate erano diventate monotone e puntualmente di notte, dopo lo spuntino notturno (diventato anch’esso un problema, o meglio, una sbagliata abitudine), venivo sovrastato dal classico e forte attacco d’ansia che mi portava talmente tanto disagio da non riuscire più neppure a chiudere occhi.

Ogni mattina diventava uno strazio alzarmi, poiché parte della notte la passavo davanti uno schermo, oppure a mangiare. Ogni giorno era diventato lo stesso, noioso e tortuoso. Ogni giorno, prima che si presentasse questo problema, era per me una nuova vita, ricca di momenti belli o brutti, anche se di quelli brutti poco mi importava.

La mia famiglia ed i miei amici se ne accorsero prima che me ne accorgessi io stesso, e furono proprio loro a diventare il mio Virgilio: mi fecero comprendere la presenza del problema che io non volevo ammettere e, per cominciare, iniziai a ridare equilibrio allo svolgimento delle attività quotidiane. Ancor più nutriente fu la possibilità di poter rivedere i miei amici e riprendere la via che mi era stata annebbiata dalla selva oscura.

Attualmente scrivo con la consapevolezza del fatto che un grande problema mi stava pian piano distruggendo, ma soprattutto scrivo con maggiore consapevolezza del fatto che il problema è stato, anche se con difficoltà, risolto.
Penso che ognuno sarà costretto ad attraversare una selva oscura, ma è certo che con la presenza o meno di un Virgilio, la scelta di rimanere disorientato dal buio comporterà la completa perdita della vista.

 

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