La mia selva oscura: quando ho scoperto la malattia di mia nonna
di Con i Bambini
Ludovica, 11 anni
Tutti, nella nostra vita, abbiamo vissuto almeno una volta un periodo no, un periodo in cui ci siamo sentiti tristi e isolati da tutto e da tutti. Insomma, tutti almeno una volta ci siamo ritrovati in una selva oscura, un periodo buio in cui non riuscivamo a trovare la luce, proprio come Dante nella sua Divina Commedia.
La mia selva oscura è iniziata il 23 giugno 2020, il giorno in cui la mia cara nonnina iniziò ad avere i primi sintomi del tumore: ebbe un forte dolore alla pancia, con perdite di sangue. I miei genitori non si preoccuparono subito, pensavano che non fosse niente di che, ma io capii appena guardai mia nonna negli occhi che non stava bene.
Così mio zio, che è un medico, decise di portarla all’ospedale per fare un’ecografia e capire quale fosse il problema; fu dai risultati di questi esami che arrivò la brutta notizia, che non ci saremmo mai aspettati: mia nonna aveva un tumore all’utero. Non potrò mai dimenticare cosa provai nel mio cuore quando sentii mio zio affermare: “E no, non è uno scherzo”.
Ero triste, angosciata, preoccupata, ma soprattutto mi facevo di continuo questa domanda: “E se tutto va male? Come farò senza di te nonna!” e mi rannicchiavo sul letto piangendo, sempre più impaurita. Il 30 giugno 2020 mia nonna, la sera, venne portata in ospedale da mio zio, per un’operazione e non potrò mai dimenticare le sue lacrime quando entrò nell’ascensore. Le parole che pronunciò le ho ancora in testa, come se fossero cucite e non volessero più andare via:”Ho paura Ludo, ho tanta paura, ma nonna ce la farà e ti racconterà tutto quando tornerà. Promettimi una cosa nel frattempo: stai tranquilla e non piangere per me, andrà tutto bene. Capito?” e io continuavo a disperarmi nelle sue braccia, salutandola prima che andasse via.
I giorni passavano, ogni tanto messaggiavo con nonna dicendole quanto mi mancasse, con le lacrime agli occhi e ripensando a tutti i bei momenti passati insieme. Non riuscivo a distrarmi, anche se solo per un secondo: pensavo solo a lei, seduta su un letto d’ospedale, da sola a causa del Coronavirus e aspettando con ansia di essere operata per poter tornare a casa.
Fu il 1 luglio 2020 che intervenne la mia guida, il mio Virgilio, la persona che è riuscita a tirarmi su di morale anche in questo brutto momento e che si è dimostrata essere una vera amica: Ludovica. Lei è per me un punto di riferimento, la persona con cui riesco a sfogarmi senza problemi e che mi aiuta sempre. E’ proprio grazie a lei se sono riuscita distrarmi e a pensare ad altro, anche se nel mio cuore restava sempre un po’ di tristezza e preoccupazione, che era inevitabile.
Il 6 luglio 2020 mia nonna si operò e, dopo ben quattro ore in sala operatoria, riuscì ad uscirne sana e salva: è guarita! Io ero felicissima, entusiasta di rivedere mia nonna e anche orgogliosa di lei, che è riuscita a superare come una vera guerriera anche questo ostacolo. Fu così che il 10 luglio riuscii finalmente a riabbracciare la mia amata nonnina, a rivedere la luce in questo buio e triste periodo, ad uscire dalla mia selva oscura.
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