Mia mamma, il Virgilio che mi ha guidato nella solitudine

di

Felice, 12 anni

Sono un ragazzo di 12 anni, mi chiamo Felice, frequento la seconda media, mi piace studiare, leggere e starmene tranquillo; ma non sono mica un Nerd! Anche a me piace stare nella giusta compagnia di amici!
Quando l’anno scorso sono arrivato in prima media, ero pieno di entusiasmo e voglia di fare; avevo finalmente compagni nuovi ed insegnanti a cui dimostrare e farmi conoscere. Non stavo nella pelle!

All’ improvviso mi sono ritrovato davanti ad un Pc, chiuso fra quattro mura, figlio unico di genitori che lavorano.
Un incubo! Una “selva ” troppo oscura per essere affrontata da solo!
E’ stata dura, bisognava accettare velocemente la nuova situazione, rimboccarsi le maniche per non perdere il ritmo scolastico che avevo incalzato con così tanto entusisamo.

Giornate intere davanti ad un Pc, sui libri, senza amici, senza riferimenti, era un pò troppo persino per uno come me!
Nessuna scuola, nessun corso e nessun insegnante ci aveva preparato a quanto questa pandemia di Covid ci avrebbe tolto, stavamo vivendo una “profonda selva oscura”, a cui noi ragazzi non eravamo stati abituati.

Mi serviva un “Virgilio” in questa triste selva che stavo affrontando. Mi serviva qualcuno che mi sostenesse e che mi guidasse per arrivare alla fine del percorso sano e salvo, incolume, dentro e fuori.
Mi sono guardato intorno e ho trovato la persona a me più cara: mia madre. Lei sarebbe stata il mio “Virgilio”, d’altronde lo è sempre stata, negli anni, senza che me ne accorgessi.

Ha lasciato per me il suo lavoro e i suoi interessi, per aiutarmi a districare questo bel problema di solitudine.
Con lei ho imparato che non ero solo, se mi fossi guardato intorno, avrei trovato il modo di rendermi utile e di mettere al servizio degli altri il mio modo di essere.

Così ho cominciato ad aiutare i compagni, che avevano bisogno di essere sorretti nello studio, a destreggiarsi con i mezzi tecnologici che per me non hanno segreti e ho iniziato a prendere confidenza col mio cellulare ( che odiavo), scoprendo che, in fondo, poteva mantenermi in contatto col mondo.

Il viaggio che abbiamo fatto insieme, io e il mio “Virgilio”, è stato lungo, lo è ancora, ma si è rivelato molto più piacevole del previsto. Il bagaglio che sentivo tanto pesante, diviso in due, è risultato più agevole. Una risata, una battuta, una chiacchiera e soprattutto porsi un obiettivo, mi hanno aiutato a non cadere nello sconforto.

La mia “selva” si è illuminata di voglia di fare, della sensazione di altruismo e di soddisfazione.
Le mie “fiere” sono svanite davanti alla sicurezza infusami anche dalle mie insegnanti che non mi hanno mai lasciato andare, così tutto è stato più semplice.

Ho imparato che da soli non si può affrontare tutto, nè tantomeno in un periodo così difficile, a cui nessuno era pronto.
E’ possibile!!!! Vorrei urlarlo ai miei coetanei che la vera forza di volontà è dentro ognuno di noi, basta solo crederci e accettare un piccolo aiuto lungo questo cammino.

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