Tempo di ricominciare e tornare a vivere a colori

di

Caterina, 18 anni

Un passo, lento; il rumore dei pensieri sovrasta quello dei battiti che pulsano rapidi con assordante insistenza.
Buio assoluto scorgo per ogni dove. Assenza, oblio, silenzio. Non intravedo luce alcuna.
Mio Dio, mostrami la via che conduce a te, guidami verso la salvezza. Io ho fede in te.

Dio Padre aiutami a scacciare quei demoni che osano farmi visita, quei demoni che si impossessano di tutto ciò che di più bello e prezioso possiedo, il sorriso e la speranza, seminando terrore, caos e scompiglio nella mia vita. Con destrezza e attraverso un turbine di movimenti repentini legati all’ira furente che si cela in loro irrefrenabile, una volta entrati nella mia testa finiscono per assicurarsi il pieno controllo dei miei pensieri, in eterna lotta gli uni con gli altri, ancora una volta smarriti qua e là a riempire spazi vacui cosparsi dall’oscurità di un vortice impetuoso che mi assale, portandomi con sé, lontano, verso posti sconosciuti, ai confini dell’ignoto, lì dove nessuno può trovarmi ed io solo posso arrestarmi: le tenebre.

Le mie forze sono ormai esauste. Un’espressione di velata preoccupazione mi balena nello sguardo impietrito dal dolore e dal tremito del mio corpo, irrigidito, stanco e stremato sempre di più.
Le ferite profonde non mi consentono più di trattenere il rancore che risiede in me; echeggia un gemito straziante di dolore da quel impercettibile forza che ancora non ha desistito.

Un sibilìo lacerante e inquieto si accosta intorno a me cingendo il mio corpo con funi strettissime che mi impediscono di prender fiato cosicché il mio respiro si attenua. La tenacia mi spinge a liberarmi da quelle corde in tensione simili a catene che ostruiscono una barriera verso l’orizzonte che vedo scostarsi in lontananza mentre il male finisce per addossarsi e penetrare con più invadenza, perseveranza, senza un briciolo di pietà, fino ad arenarsi, fiero del suo lavoro.

Lacrime roventi mi attraversano il volto, accarezzandolo come un soffio di vento contro i petali di un fiore.
Immagini sfocate si dilatano nello spazio assumendo forme sempre più chiare e distinte. I demoni si muovono scaltri come sentinelle in agguato.

Io, memore più che mai delle dolorose esperienze passate, mi annullo trafelata.
Siedo a terra, accovacciata, rannicchiata, in un angolo infinitamente piccolo sufficiente a racchiudere il mio corpo minuto ancora di più ora che, chiusa a chiave in uno scrigno troppo piccolo per il mio corpo, cerco di assopire la vergogna che mi trascino e il disagio che ne perviene.

Il ricordo di giorni felici brucia sulla mia pelle come fuoco ardente. Finisco per morire di nostalgia per un qualcosa che temo non accadrà mai più.
Questo luogo putrido, logorato dalla sporcizia, incute timore e paura. Sono smarrita, stordita. Il gelo mi attraversa le ossa, fragili. Il loro scricchiolio è inarrestabile. Terrorizzata, mi guardo le spalle. Potrebbero tornare loro: i demoni.

Sopraggiungono in un attimo, scoppiando fulminanti come saette; scatenano il pandemonio, il disordine più assoluto, trotterellando in lungo e largo, mi perseguitano ed io sono pronta a scappare, ancora una volta, per sfuggire a quello strazio.

Sale l’affanno, mi fermo. Inspiro ed espiro. Mi volto, sono ancora troppo vicini. Riprendo la mia fuga.
Nessuna luce per il momento. Sono sola, fisso il vuoto. Chissà dove mi trovo…e senza chiedermi perché ci rimango ancora un altro po’.

Un vuoto mi assale, inghiottendomi nel suo ventre; come vento custodisco dentro me il peso del sentimento. Dopo un po’ annego se non caccio fuori le lacrime che il silenzio strozza e così annego tra i mali che nutro in me, giganti e insulsi, capaci di prendere il sopravvento.

E se è vero che i grandi cuori provano immensi dolori allora Dio vieni a me e accoglimi beata tra le tue braccia. Dimmi che c’è ancora qualcosa di bello in cui sperare, per cui lottare, che sia uno spiraglio di luce da inseguire.
Ho sete di amore e speranza. Fin’ora sono sopravvissuta a questo incubo orrendo, divenuto più grande persino di me, che mi ha risucchiata subdolamente dentro di sé per poi trascinarmi poco a poco sempre più giù, negli abissi del male ove il buio avanza scaltro nelle tenebre.

Solo tu, Dio mio, puoi restituirmi una tale forza che mi consenta di rialzarmi dalla caduta atroce subita.
La verità è che una vita vissuta male può ferire più della morte ed io bisogno di trovare un senso alla mia vita per tornare a sentirmi viva…viva.

Ma ora basta piangere. C’è sempre una via d’uscita! La luce è nascosta, sarai tu Dio a guidarmi verso di lei, ed io finalmente potrò uscire dal tunnel. Indicami la giusta via ed io ti seguirò. Mio Dio mostrati!
È tempo di ricominciare, iniziando dal perdono: perdonandomi, offrendomi una possibilità, un’occasione di vita…per tornare a vivere…vivere a colori!

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