ROMA. 2 anni di lavoro con il progetto INVIOLABILI: opportunità, sfide e criticità
di Antropos onlus
Costruire strade e rafforzare legami per superare paure e crescere bambini bentrattati
A due anni dall’avvio del progetto INVIOLABILI ci si ferma a riflettere sulle tante attività proposte, sui percorsi avviati, la rete costruita e le famiglie sostenute.
INVIOLABILI è un progetto articolato che tratta temi delicati. Il primo compito dell’equipe di progetto è stato quindi quello di creare un linguaggio comune e accesibile, delle proposte interessanti ed una metodologia valida e condivisa che riuscisse a scavalcare incertezze, paure e pregiudizi creando relazioni di fiducia stabili in grado di sostenere nel tempo percorsi emersione e presa in carico di situazioni di maltrattamento e violenza sui minori.
Il primo passo è stato quindi, in questo senso, rafforzare i legami con la rete territoriale, servizi sociali, tsmree, centri di terapia convenzionati, scuole, realtà del terzo settore, affinché si comprendesse profondamente la finalità del progetto e le possibilità messe a disposizione e si creassero insieme interventi integrati su misura, basati sul rispetto delle necessità dei minori da tutelare e delle famiglie da sostenere. A questo scopo si sono fatti incontri di rete, costruito protocolli, ragionato sui punti ed ambiti delle prese in carico integrate, valutando assieme caso per caso e concordando strategie di intervento ed attività da proporre al beneficiario.
Il secondo passo è stato quello di immaginare e proporre attività accoglienti e propedeutiche alla presa in carico, che permettessero alle famiglie di sentirsi accolte, non giudicate ma sostenute, creando quel legame di fiducia che permette di aprirsi e accogliere l’aiuto. A questo proposito si sono proposte attività individuali e di gruppo per genitori, bambini e bambine, adulti e piccini assieme; si è cercato di inserire attraverso il gioco e l’uso del corpo la riflessione sulla comunicazione verbale e non; di entrare in contatto con le emozioni e gestirle; si sono costruiti momenti di condivisione di buone pratiche tra genitori per inserire informazioni importanti e per lavorare sul riconoscimento dei bisogni di bambini e bambine, sulle loro necessità, come quelle di tutela e sicurezza; si è provato a partire dai bisogni emersi e manifesti dei nuclei presi in carico per affrontare poi le problematiche più profonde e radicate, quelle che scatenano paure e fragilità.
Il terzo e i passi successivi, sono stati quelli di costruire e realizzare con i beneficiari stessi e gli attori della rete territoriale coinvolti, progetti educativi, obiettivi e strategie per la costruzione del percorso personalizzato e condiviso, che permettessero di avviare un reale cambiamento al fine di tutelare e crescere al sicuro e “bentrattati” i minori presi in carico con la collaborazione attiva del genitore.
In questi due anni di cammino, ormai ben strutturato e radicato, possiamo oggi contare nel contesto romano: oltre 70 nuclei famigliari presi in carico; oltre 150 bambini coinvolti nelle attività di laboratorio; 3 istituti scolastici coinvolti, di cui un istituto comprensivo di 4 plessi e 2 scuole dell’infanzia; 1 asilo nido; 2 servizi sociali territoriali; 2 servizi di tsmree territoriali, 1 centro per la salute mentale; 3 consultori famigliari; 2 CAV e 1 Spazio Donna; numerose cooperative ed associazioni del terzo settore che si occupano di interventi 0-6 anni, attività per minori e terapie convenzionate.
Il percorso contro la violenza ed il maltrattamento sui minori è ancora lungo, ma dopo due anni li lavoro, nel contesto della periferia sud-est di Roma, siamo felici di costatare un sensibile incremento delle figure genitoriali o di supporto alla persona che spontaneamente o su invito dei professionisti del territorio si rivolgono al progetto per affrontare assieme questa difficile ma importante strada.
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