Intimate Bridges un’esperienza intima di integrazione sociale attraverso il teatro.

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L’esperienza straordinaria del progetto INTIMATE BRIDGES si è conclusa da pochissimi giorni. Mesi intensi di lavoro tra operatori/registi teatrali (Davide D’Antonio e Giuseppina Turra di Residenza IDRA) che hanno dato vita a uno spettacolo pensato e messo in scena nelle case dei bresciani. Un’esperienza intima di integrazione sociale. Sì, perché in scena, a recitare ci sono giovani immigrati presenti sul territorio che, attraverso il teatro, trovano la loro personale modalità di comunicare a noi autoctoni la loro storia, le loro difficoltà, i loro punti di vista, la loro esperienza e visione del mondo che stanno vivendo.

In questa pagina di diario le parole di Giuseppina Turra, che per oltre 8 mesi ha lavorato fianco a fianco con ciascuno di loro, sostenendoli, ascoltandoli, traducendo in teatro il loro sentire.

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Incontrare persone è un’esperienza vera come il calore del sole; lasciare che l’incontro accada non è per niente scontato. Incontrare persone che arrivano a noi da lontano, o noi a loro, significa camminare su ponti per raggiungersi, percorrere metà della distanza a testa e in mezzo al ponte, più o meno, conoscersi. O riconoscersi.

In teatro, osservando e lavorando con il gruppo di persone che hanno partecipato alla strabiliante esperienza di Intimate Bridges, mi è capitato di essere facilmente e perfettamente a mio agio nell’incontro. Vaglielo a raccontare che persone così ‘diverse’ fra loro, che non parlano la stessa lingua ecc. ecc. (chiunque può sbizzarrirsi ad aggiungere più o meno lunghi Elenchi delle Differenze) si sono incontrate conosciute e affezionate.

Pensavo che sarebbe stato difficile, pensavo a chissà quali differenze fra noi e loro, pensavo che avrei incontrato forme inedite di dolore che mi avrebbero potuto spaventare, pensavo che avrei dovuto usare cautela. Niente di tutto ciò. Ho fatto esperienza di dignità, intelligenza, creatività e forza. Niente mediazioni: schiettezza su tutta la linea. Schietto anche il ritardo col quale arrivavano all’appuntamento col teatro; schietta la fatica; schietta la parola che scaturiva dal desiderio di riflettere e parlare attorno al tema da loro proposto, quello della corruzione.

Il teatro senza veli di questa esperienza mi ha fatto pensare alla sensazione del calore del sole: quando c’è si sente e lo sentiamo ed è per tutti semplice, naturale.

Giuseppina Turra – Residenza Idra

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