Attaccamento e autostima: figli autonomi o dipendenti?

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Prosegue l’approfondimento dedicato ai genitori. Con la rubrica di formazione alla genitorialità: “Genitori pro&contro” di Paola Rizzo. Dopo aver affrontato il tema dell’attaccamento e dell’autostima nell’ultimo articolo, ora ci occupiamo dell’autonomia del bambino; entrambi sono argomenti collegati tra loro.

Vorrei iniziare questo articolo con una poesia che ci aiuta a riflettere sul legame tra genitori e figli. L’autore è Kahlil Gibran:

“I vostri figli non sono vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani,
che voi non potete visitare neppure è nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la sua forza si piega affinché le sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dall’Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così egli ama anche l’arco che sta saldo”.

Per educare all’autonomia bisogna essere genitori consapevoli del significato e dell’obiettivo a cui
l’autonomia porta. Un bambino autonomo ha bisogno di un genitore libero, autonomo, capace di
scommettere con fiducia sulle sue competenze e sulle sue risorse. Un genitore che intraprende questa via è un genitore che permette al proprio figlio di scegliere il proprio percorso di vita, è un genitore che crede nell’autonomia perché ne ha fatto l’esperienza.

L’autonomia è come un semino che si getta sul terreno, fin da piccoli; esso ha in sé la forza per crescere. Ci sono varie definizioni che possono aiutare a comprendere meglio il significato del termine “autonomia”:

– Secondo Winnicott, pediatra e psicanalista britannico, il tema dell’autonomia è collegato a quello della creatività, che egli definisce come “l’agire di propria iniziativa per fare qualcosa che si ha voglia di fare”. Nel bambino questo concetto non è così semplice, poiché spesso non è facile capire se
quello che egli fa è frutto della propria iniziativa o è una risposta alle richieste dell’adulto.

Maria Montessori, medico, pedagogista, filosofa, neuropsichiatra infantile, famosa in tutto il mondo per il metodo Montessori (da lei ideato), rispetto all’autonomia si esprime così: “Per aiutare un
bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente”. L’intimo
bisogno del bambino, infatti, è quello di diventare autonomo: “Aiutami a fare da solo!”.

L’autonomia è collegata al piacere di fare. Quando un bambino svolge un compito o soddisfa un proprio bisogno personale, es. lavarsi i denti, in modo autonomo, questo è fonte di soddisfazione cognitiva e sociale e alimenta la voglia di fare. Non importa che il compito sia stato fatto correttamente, l’importante è che il bambino sia mosso da una spinta interiore, indipendente dalle aspettative dell’adulto di riferimento. L’autonomia esclude la dipendenza e l’opposizione; la ricerca di approvazione oppure di opposizione rivela la presenza di dipendenza nella relazione.

Al genitore spetta il compito di accompagnare e non di sostituirsi. Per fare questo è necessario predisporre l’ambiente su più livelli:

  • Emotivo: favorire un clima affettivo positivo, dove venga data e percepita fiducia, ascolto e
    accettazione incondizionata.
  • Pratico: lo spazio deve essere organizzato a misura di bambino, affinché egli possa esprimersi e
    svolgere attività in autonomia senza l’aiuto dell’adulto.
  • Intellettivo: dare al bambino lo spazio e la fiducia per trovare soluzioni in autonomia, esprimendo il proprio pensiero

Ecco alcuni consigli pratici per alimentare e far crescere in autonomia i nostri figli dall’infanzia all’adolescenza:

1. NON FORZARE I TEMPI: ogni persona è diversa e la pazienza è fondamentale, tutti prima o poi
raggiungono gli obiettivi.

2. INCORAGGIARE SENZA DIRIGERE: ad esempio, incoraggiando a trovare delle soluzioni a un problema.

3. LIMITARE I RISCHI: la casa può essere una palestra perché il bambino eserciti la propria autonomia sempre con il supporto dei genitori.

4. GESTIRE LE PAURE: la paura è un’emozione molto importante che va accolta, non va sminuita e va rispettata. Il bambino va aiutato a verbalizzare la paura, in questo modo essa si ridimensiona.
5. I BAMBINI NON GRADISCONO LE SORPRESE: è importante preparare il bambino (a volte anche agli adolescenti) a qualsiasi cambiamento nella routine quotidiana, ad esempio un viaggio, un incontro, ecc.

Durante l’infanzia possono verificarsi delle regressioni nella crescita; molto spesso la causa è legata a
momenti familiari difficili che possono destabilizzare il bambino, ad esempio un trasloco, la morte di una persona cara, la separazione dei genitori ecc. In questi casi il bambino può manifestare alcuni
comportamenti:

– tornare a dormire con mamma e papà,
– fare pipì o cacca addosso,
– forte irritabilità e repentini cambiamenti d’umore,
– somatizzazione (mal di testa, mal di pancia…),
– problemi del sonno,
– problemi alimentari,
– capricci e/o richieste eccessive e fuori misura,
– perdita della capacità di cura della propria persona,
– il linguaggio: balbuzie o peggioramento generale del modo di parlare,
– le paure: improvviso manifestarsi di paure, diurne o notturne.

Cosa fare?
Accogliere il comportamento senza mortificare il bambino né sottovalutare la sua richiesta di attenzione. Permettergli di esprimere il suo disagio e non farlo sentire solo davanti alle difficoltà. È fondamentale aiutare il bambino ad elaborare le emozioni per facilitare l’autonomia, per questo possono essere utilizzati, ad esempio. pupazzi come gioco simbolico oppure libri che affrontano il tema della paura.

Spero di aver acceso in voi qualche domanda oppure aver risposto a qualche dubbio.
Vi abbraccio e arrivederci al prossimo appuntamento.

Un caro saluto Paola Rizzo.

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“Genitori pro & contro” rubrica del Progetto T.E.R.R.A. a cura di Paola Rizzo.
Mamma di tre bambini di 13, 10 e 6 anni.
Educatrice fascia “infanzia” e Consulente Familiare.

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