Formazione alla genitorialità: autostima e attaccamento.

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Prosegue l’approfondimento dedicato ai genitori. Con la rubrica di formazione alla genitorialità: “Genitori pro&contro” di Paola Rizzo. Nello scorso articolo parlavamo di attaccamento e come un attaccamento sano influisca nella costruzione di una sana autostima. 

Ma che cos’è l’autostima? Anselm Grun, padre benedettino, scrittore, formatore di corsi di meditazione e contemplazione, dice che “il senso di autostima non gonfia; è piuttosto il senso del proprio valore in tutte le sue debolezze e i suoi limiti”. 

Quando si parla di stima di sé, si fa riferimento anche, alla consapevolezza di sé, alla fiducia in sé stessi, alla sicurezza in sé stessi. Proviamo allora a vedere di cosa si tratta:

  1. La persona consapevole di sé è una persona cosciente di sé stessa, sa chi è e cosa c’è dentro di lei.
  2. La persona sicura di sé sa presentarsi in modo diretto e spigliato in pubblico e non si lascia intimorire da niente e da nessuno.

Un individuo può avere una buona consapevolezza di sé oppure può apparire sicuro ma non è detto che sia dotato di una buona stima di sé.

L’autostima è la conoscenza del proprio valore, della propria dignità, della propria unicità; è la percezione del mio sé, del mio vero essere.

Avere sicurezza in sé stessi significa invece che una persona ha il coraggio di fare qualcosa, ha il coraggio dei propri sentimenti e confida in se stesso; chi è credente confida in Dio che lo conduce.

Autostima e sicurezza possono integrarsi. L’autostima è una cosa seria! Ci sono persone che hanno avuto la fortuna di vivere un’infanzia felice, serena, grazie alla presenza di persone che hanno saputo dare i nutrimenti fisici, psichici e spirituali di cui ogni essere vivente ha bisogno. Ma chi non ha fatto questa esperienza come farà?

È bene sottolineare che l’autostima non è innata, ma necessita di relazioni sane che hanno il compito di alimentarla. Pertanto, è davvero fondamentale il ruolo delle figure di accudimento nel far sentire il bambino accettato e prezioso. Questo lo si trasmette sia con il linguaggio verbale ma ancor di più con quello non verbale (gesti, sguardi) e con una comunicazione aperta all’accoglienza e all’accettazione incondizionata.

La buona notizia è che ognuno di noi ha il compito e le capacità per sviluppare una sana autostima, a prescindere dal nostro passato. Certamente per qualcuno sarà più impegnativo, perché da bambino è stato forse sminuito e svalorizzato ma, grazie all’accettazione di sé e della propria storia, mediante un percorso di riconciliazione con le proprie debolezze, è possibile scoprire l’unicità del proprio essere e affermarlo nelle relazioni affettive e sociali.

Un primo passo per recuperare l’autostima, quando manca e ormai si è adulti, è l’accettazione delle proprie fragilità, anche di fronte ad altre persone. C. G. Jung la chiama “accettazione dell’ombra”.

Un secondo passo molto importante consiste nel sapersi riconciliare con il proprio passato, che non significa negarlo ma riguardarlo con occhi nuovi; non è semplice! Per il credente la fede è un grande aiuto, è una via per sanare il proprio passato, e le ferite che lo hanno segnato possono diventare feritoie dove la luce passa, risana e raggiunge altre persone.

Vi lascio un’ultima riflessione, che riprende la storia raccontata da Anthony de Mello intitolata: “Messaggio per un’aquila che si credeva un pollo”. La storia termina raccontando che l’aquila alla fine muore come un pollo solo perché credeva di esserlo. Il messaggio è molto utile nel comprendere la funzione dell’autostima nella nostra vita. Chiara Amirante, scrittrice, fondatrice del Movimento Nuovi Orizzonti, ideatrice del percorso di guarigione Spiritherapy ha avuto un’intuizione particolare rispetto alla conclusione di questa storia: parlando di potenzialità e talenti, durante gli incontri di Spiritherapy, ha voluto cambiare il finale; infatti dice che l’aquila che si trova nel pollaio, guardando le altre aquile che volano libere e fiere in cielo e ascoltando il desiderio e la forza che risuonavano dentro di sé, decide di credere in sé stessa e di provare a volare …. E ci riuscirà!

Auguro che ogni genitore creda in sé stesso, anche nei momenti di sconforto, sapendo che dentro di sé custodisce la forza di un’aquila pronta a proteggere e a prendersi cura dei propri piccoli, capace di guardare lontano, di osservare la vastità del cielo aperto che l’aspetta, senza farsi travolgere dagli eventi e dalle paure, e pronta a spiccare il volo.

Un caro saluto: Paola Rizzo Se avete domande potete scrivermi qui: education@nuoviorizzonti.org

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“Genitori pro & contro” rubrica del Progetto T.E.R.R.A. a cura di Paola Rizzo.
Mamma di tre bambini di 13, 10 e 6 anni.
Educatrice fascia “infanzia” e Consulente Familiare.

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