GIOCARE PER CRESCERE “BENTRATTATI”

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Il gioco durante la prima infanzia e per tutta l’età evolutiva, ha una fondamentale valenza educativa. Permette al bambino di apprendere e sviluppare competenze cognitive, emotive e sociali fondamentali per affrontare le importanti fasi di crescita. È un processo che influenza lo sviluppo delle abilità motorie, della lingua, della creatività, della consapevolezza personale, il benessere emotivo, la socializzazione, il problem solving e la capacità di apprendimento.

L’importanza del gioco risponde ad una necessità imprescindibile dei bambini ed è un diritto tutelato dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che riconosce, con l’articolo 31, il diritto del fanciullo non solo al riposo e al tempo libero, ma anche al gioco e alle attività ricreative.

Il gioco diventa per il bambino lo strumento più intimo e “familiare” attraverso cui esplorare il mondo, in cui far confluire tutti quei bisogni di crescita legati al movimento, alla sperimentazione, alla manualità e alla creatività. È con il gioco che la memoria, l’attenzione e la concentrazione di un bambino vengono stimolate. Il piccolo con tale strumento è in grado di rinforzare le abilità già acquisite e cimentarsi nell’acquisizione di nuove abilità che, nel tempo andranno sperimentate, esplorate, ripetute, riviste per poter raggiungere traguardi sempre nuovi superando via via le varie tappe evolutive di crescita.

Il gioco inoltre per il bambino, rappresenta una vera e propria “palestra di emozioni” per imparare ad esprimere e “allenare” i propri stati d’animo: è nel gioco infatti che un bimbo ride, piange, si arrabbia, si diverte, a volte può anche disperarsi nella non riuscita di qualcosa ma con determinazione e caparbietà riuscirà là dove qualche settimana prima aveva fallito, il tutto in una naturale partecipazione ed evoluzione di abilità sempre in progress.

La libertà del bambino nel gioco gli consente di poter fare e poter sbagliare, di mettersi alla prova in situazione percepite come “sicure” e addentrarsi in altre “insicure” nelle quali poter misurare i propri limiti e scoprire nuove potenzialità ancora inesplorate. Con il gioco il bambino impara a prendere consapevolezza di sé, di ciò che è e di ciò che riesce a sentire e percepire del mondo in cui è inserito, impara ad entrare in relazione con gli altri.

È nella cornice del gioco dunque, che il bambino può sviluppare un sereno senso del sé e un’adeguata autostima che lo sostenga, grazie inoltre all’imprescindibile supporto dei care givers. L’espletamento del bisogno di giocare con figure significative risponde ad una necessità sia di tipo affettivo che emotivo, il gioco condiviso con i genitori si trasforma nella prima modalità attraverso cui il bambino sperimenta il “sentirsi desiderato” e l’importanza che i genitori gli conferiscono nella qualità del tempo che gli regalano. Poter giocare con il genitore permette al bambino di sperimentare quei rinforzi positivi che supportano e incrementano la sua autostima e il sentirsi sicuro; al contrario, i rinforzi negativi insegneranno al bambino i suoi confini, i suoi limiti, quello che può e quello che non può fare, nell’ottica di un apprendimento costante e continuo colmo d’amore. Il tempo che un genitore dedica al proprio figlio e riserva al gioco con lui, conferisce al bambino quella reciprocità, quella pazienza, quell’affetto, ponendo le basi per una relazione che “accarezza” e “nutre” il bambino in una cornice densa di empatia. È nel tempo di qualità e presenza che lo sviluppo armonico di un bambino trova luogo, un tempo per e nella crescita di cui i bambini hanno diritto e bisogno, un tempo che infonde loro sicurezza e fiducia; un tempo di gioco che rafforzerà e consoliderà quella relazione unica e ineguagliabile tra il genitore e il proprio bambino.

È per questo che nel progetto INVIOLABILI sono presenti molte occasioni laboratori di gioco genitore-figlio.Per esempio per i bambini da 0 a 3 anni il laboratorio Il Tempo delle coccole ha l’obiettivo di facilitare e arricchire la relazione tra il genitore e il bambino con il tramite di un’attività (manipolativa, grafico-pittorica, accompagnamento alla lettura, musicale, che funge come momento di condivisione, psicomotricità) che li vede protagonisti, in un tempo esclusivo dedicato alla diade, per la realizzazione di un prodotto unico costruito a 4 mani.

Il tempo trascorso durante lo svolgimento del laboratorio viene vissuto come momento di condivisione, scambio e interazione tra genitore e figlio, come possibile confronto tra genitori e come momento di socializzazione tra i bambini. In tale spazio i genitori hanno la possibilità di confrontarsi tra loro rispetto ad esperienze legate al loro ruolo genitoriale da voler condividere con gli altri adulti presenti insieme alle educatrici, che a loro volta affrontano temi legati alla crescita dei bambini fornendo input educativi o proposte e suggerimenti per la risoluzione di impasse educativi.

Nello specifico sono stati affrontati diversi temi legati alla crescita psico-fisica del bambino quali lo spannolinamento, lo svezzamento, come gestire le regole e l’uso del “no”, i rinforzi positivi, l’autonomia, il distacco dalla figure genitoriali, giochi da proporre in ambiente domestico, la comprensione dei bisogni espressi dal bambino, ecc.

Il contesto, più intimo e confidenziale del laboratorio, ha permesso alle educatrici di rilevare e di effettuare interventi individualizzati su situazioni di “rischio” per le quali è stato necessario attivare dei colloqui singoli, in presenza della psicologa, al fine di rinforzare le competenze genitoriali e di mirare le indicazioni e i suggerimenti per migliorare la relazione genitore-figlio e crescere bambini bentrattati!

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