La storia di F., che al Don Bosco ha trovato la sua strada

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F.D.R è un bambino di 12 anni che frequenta la seconda media. Le sue difficoltà scolastiche sono molto evidenti e ogni materia rappresenta per lui un problema. 

La madre continua a chiedersi se non possa esserci una problematicità capace di spiegare le complicazioni riscontrate da suo figlio. 

Comportamenti oppositivi, il rifiuto di leggere continuano ad accompagnare F. per cui è diventato insostenibile stare in classe. Il suo quaderno è disordinato, scrive fuori dai righi e salta alcune pagine. Legge lentamente e a volte tenta di indovinare la parola commettendo errori di anticipazione, ovvero leggendo una parola al posto di un’altra perché simili. “Mi dicono che non so leggere e neanche scrivere allora non voglio più farlo”; sarà forse svogliato? Si chiede qualcuno. 

L’autostima diminuisce, insieme alle complessità che incontra giorno per giorno, e quel libro di lettura inizierà ad essere aperto sempre meno. Così, dare un nome ai disagi riscontrati, ha aiutato F. ad intraprendere una nuova strada per aggirarle queste difficoltà e raggiungere finalmente gli stessi obiettivi dei suoi coetanei. Dislessia, disgrafia e disortografia sono disturbi specifici dell’apprendimento, e conoscerli ci insegna che F. presenta un’intelligenza nella media ma utilizza solo un’altra via per imparare abilità che a noi sembrano di comune acquisizione. Forse qualcuno però si era accorto della sua bravura in matematica, un piccolo genio potremmo dire, veloce nei calcoli, pronto ad imparare argomenti di classi più avanzate rispetto alla sua e fiero dello stupore che legge ogni giorno negli occhi di chi lo circonda. 

Arrivato nell’ambiente salesiano ha incontrato chi quelle sue difficoltà sapeva accoglierle, ha trovato qualcuno che valorizzasse le sue attitudini e aprire il libro di italiano è diventata una sfida per lui, ormai consapevole di essere un piccolo genio dei numeri, e che correre dietro un pallone stava cominciando a rappresentare qualcosa di più ogni volta che il suo mister si complimentava con lui per l’ottima difesa offerta alla squadra dopo ogni partita di campionato. Sono trascorsi 6 anni da quando ha attraversato per la prima volta il cortile del Don Bosco. Frequenta quotidianamente lo spazio studio, fa progressi nella lettura e anche nella scrittura, ha un’ottima memoria e apprende tutto con velocità e spiccata curiosità. Dopo aver studiato si allena duramente e con tanta passione perché diventare calciatore è uno dei suoi sogni. Si pensava potesse trovare complicato relazionarsi agli altri o svolgere delle attività in cui doveva concentrarsi perché non si presentava disponibile nello stare in classe, seduto e tranquillo come i suoi compagni ma F. durante il suo percorso educativo ha dimostrato a tutti che non era così. Ha mostrato concentrazione nei lavori in cui bisognava impegnarsi, portando a termine il proprio compito, ha saputo ascoltare l’allenatore e sostenere la propria squadra dimostrandosi anche un ottimo motivatore. All’interno del gruppo dei pari si scaglia sempre dalla parte del più “debole”, ed è pronto a difendere e aiutare chiunque ne abbia bisogno. “Qui siamo una famiglia” ripete sempre ai suoi compagni quando li vede intenzionati a discutere e senza pensarci due volte prende iniziativa nell’organizzazione di giochi improntati sulla collaborazione. Questo suo modo di vivere l’ha riscoperto dentro se stesso, grazie agli educatori che negli anni l’hanno accompagnato in questo percorso. Già così piccolo sembra avere le idee però ben chiare, ha la volontà di rendere questa sua disposizione agli altri un vero lavoro: vuole fare il vigile del fuoco perché salvare vite è un altro dei suoi sogni nel cassetto.

 

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