Sette storie diverse come le sette note musicali

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S. non parla. Di solito tiene lo sguardo basso.
Quando è il suo turno durante il cerchio dei nomi di solito aspetta un po’, poi la sua assistente lo chiama e gli prende delicatamente il gomito; allora lui fa un cenno del capo, alza un secondo gli occhi a guardare tutti nello spazio di un attimo ed emette un suono, un accenno di suono, a cui tutti rispondono ripetendo il suo nome.
Oggi per la prima volta ha emesso il suono, quello che per lui rappresenta il nome, perfettamente a ritmo e senza che nessuno lo stimolasse. S. balla quando stiamo suonando un ritmo. Balla anche se è seduto.

A N. non piace stare in mezzo agli altri. Se la stanza è piccola e troppo affollata, preferisce uscire.
Quando facciamo il cerchio si mette sempre in disparte, in fondo alla stanza, e cammina avanti e indietro. Quando è il suo turno di parlare o di fare un gesto lo fa, pur rimanendo in disparte. Quando si innervosisce inizia a scuotere le braccia, ed aumenta il ritmo della sua camminata. Se gli chiedo di suonare una percussione lo fa. Durante una lezione abbiamo suonato degli shaker. Alla lezione successiva è arrivato con uno scatolone di shaker costruiti da lui insieme al suo assistente.

C. non vede ed ha difficoltà motorie. Quando è il suo turno di dire il nome lo fa scandendolo bene, ad alta voce.
Ha portato una ninna nanna da cantare tutti insieme, una canzone dello zecchino d’oro degli anni ’60 che sua mamma le cantava per farla addormentare, quando era piccola.

G. saluta sempre tutti. Si guarda intorno con occhi grandi, quando vede una percussione vuole subito capire come funziona, e spesso si mette a suonarla. Di solito lo fa appena arriva nella stanza, mentre stiamo ancora aspettando che arrivino tutti. Spesso si fa prendere dal ritmo e tiene un volume elevato, ed a volte un’insegnante lo riprende per questo.

Quando è il turno di K., lei chiede sempre conferma di quello che deve fare. Poi lo fa.
Dice sempre che la prossima volta porterà una lettera. Quando il ritmo parte, balla sorridendo una danza saltellante.

O. all’inizio sembrava poco interessato a quello che stavamo facendo. Aveva un’aria come a dire: “Cos’è questa cosa? Perché dobbiamo farla?”. Quando toccava a lui si tirava un po’ indietro. Quando abbiamo chiesto di portare i numeri in un altra lingua, li ha portati in arabo e ci correggeva la pronuncia quando provavamo a dirli. Quando abbiamo chiesto di proporre strofe per un blues, ne ha trovate molte. Ha una voce molto profonda e ride quando deve cantare le parti di baritono.

E. ha fatto teatro, e quando si presenta lo dice con orgoglio. Spesso ha delle domande da fare, o ci tiene a dire la sua, anche se magari stiamo facendo altro. Ha un modo di muoversi basato su figure circolari. Se azzecca una risposta rotea le braccia e fa un profondo inchino.

Associazione Alchechengi
#terrachesuona

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