Sportello di ascolto: interventi di sostegno in gruppi classe del primo anno di Liceo

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Fig. 2

SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO “PROGETTO T.E.R.R.A” – Interventi di sostegno in gruppi classe del primo anno di Liceo.

Nell’ambito di intervento dello Sportello di Ascolto all’interno del Progetto T.E.R.R.A. è stato avviato, in apertura del nuovo anno scolastico 2021/2022 del Liceo Scientifico G. Berto di Vibo Valentia, un lavoro di accoglienza e sostegno rivolto a tutte le classi prime dell’Istituto (11 classi in totale). Partendo dal presupposto, condiviso con dirigente e docenti, che esiste una stretta correlazione tra benessere scolastico e rendimento scolastico, il focus dell’intervento ha riguardato il benessere e il malessere dei ragazzi a scuola e la qualità delle loro relazioni.

La classe è un gruppo di pari con caratteristiche particolari, perché non si costituisce in base a processi di aggregazione spontanea, ma viene in qualche modo determinato dagli adulti. I ragazzi che lo compongono vivono, tuttavia, una relazione di continuità che è caratterizzata da un intenso lavoro affettivo, da un intrecciarsi di relazioni, fantasie e aspettative. Entrare nelle classi ha significato, dunque, entrare a contatto con tanti microcosmi, ciascuno con una propria cultura (che è espressione della cultura locale in cui i giovani che ne fanno parte sono immersi) e con un clima emotivo particolare che è difficile definire genericamente positivo o negativo. Il lavoro con il gruppo ha facilitato nei ragazzi la possibilità di riconoscere le proprie esperienze, individuare le proprie aspettative e i propri timori, ed è grazie alla condivisione con il gruppo che si è potuto guardare a quei timori con più coraggio sentendosi meno soli.

I ragazzi hanno manifestato il desiderio di narrare sé stessi come possibilità di rappresentare il proprio passato, agire sul presente e proiettarsi nel futuro. Lo hanno fatto attraverso le parole e soprattutto attraverso la simbolizzazione grafica, che ha rappresentato per loro un importante canale espressivo e ha costituito l’occasione per riconoscere nelle loro azioni e rappresentazioni simboliche quel senso e quel significato che conferisce loro dignità di esistere. Quello che ha maggiormente stupito è come nei momenti peggiori (pensiamo ai due anni vissuti tra DAD e distanziamento sociale) i ragazzi abbiano trovato la forza di poter pensare ed immaginare qualcosa di diverso, una sorta di “corsa nell’opposto” della quale frequentemente proprio i giovani sono i portatori, i riscopritori, se solo noi adulti fossimo in grado di ascoltarli. Ciò che è emerso dagli incontri con i ragazzi è la necessità da parte dell’adulto di “abitare i loro luoghi” con un atteggiamento che sia di ascolto, che consenta una comprensione più attenta dei contenuti veicolati dalle loro parole e dalle loro forme, con la possibilità, in questo modo, di poter cogliere nei loro comportamenti quella spinta individuativa che li porta ad essere ciò che sono aldilà di ogni influenza ambientale.

Fig. 1 e 2 – Attività proposta in due classi prime dell’Istituto G. Berto di Vibo Valentia. È stato chiesto a ciascun ragazzo di disegnare un albero come rappresentazione di sè. I disegni realizzati hanno trovato, poi, uno spazio di condivisione sul cartellone con aggiunta libera di disegni e frasi. Riflessione con il gruppo sulle dinamiche emerse.

 

a cura di: Dott.ssa Fuduli Valeria
Psicologa-Psicoterapeuta dell’Età Evolutiva Referente Regione Calabria “Sportello di Ascolto Psicologico”

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