Teatro Cinque: un terreno fertile per il seme del talento.
di Nuovi Orizzonti
Fertile il TERRE…no del talento, nel quale gli alunni/e delle scuole medie hanno lanciato i loro semi. Semi che hanno riscontrato dei riconoscimenti nelle proprie dimensioni corporee, non disgiunte dalla creatività. Di fondamentale importanza è copione della sceneggiatura: che è guida allo sviluppo della personalità. Infatti l’attenzione alle proposte drammatizzate hanno spesso indotto le Risorse Umane di questa Officina o soffermarsi su particolari che andavano oltre il programmato.
Le Scuole Medie “Don Milani” e “IC Zapponeta” , in questo mese di incontri hanno ben risposto mettendo in campo il loro talento. Per la Scuola “Ungaretti” è da considerare una diversa situazione, sulla quale la referente della Coop. Santa Chiara sarà esaustiva. Anche qui il talento dei ragazzi è stato comunque protagonista.
Quindi, riportiamo le note delle prime scuole citate.
Abbiamo introdotto un espediente molto semplice all’inizio di ciascun incontro: ogni soggetto è stato dotato di una mascherina da indossare per le foto: di queste si vedano le allegate e ben differenziate per gruppi. I risultati sono andati oltre le previsioni. E così ci è tornata alla mente un assioma: << Al bugiardo – per l’attore – date una maschera e vi dirà la verità…>>. E i giovani soggetti si sono svelati.
Scuola IC Zapponeta.
Un ragazzo ci ha colpito per il suo andamento comportamentale: all’inizio scontroso e di grande disturbo, refrattario ad accettare un ruolo nella drammatizzazione di voci dalla strada. Poi il cambiamento improvviso e di piena disponibilità. Abbiamo notato che il giovane smanettava col suo cellulare e a nulla sono valsi i nostri richiami affinché deponesse il suo apparecchio, così che gli abbiamo proposto: “Ascolta Mario – non è il suo vero nome – ci vuoi aiutare nella scelta delle musiche che faranno da sottofondo e tappeto alla recita ?”. Il ragazzo ha sorriso, si è illuminato, ha annuito più volte ed ha risposto: “Io ho già in mente quali musiche inserire!” e ci ha mostrato il suo cellulare e poi ce lo ha attaccato all’orecchio. Un applauso è scoppiato e pacche sulle spalle di Mario è stata l’affettuosa accoglienza della classe 3^ A dell’IC Zapponeta. Il programma ha avuto uno svolgimento regolare nel rispetto delle aspettative.
Brevi note sul comportamento da tenere sul palcoscenico, poi qualche particella di corretta pronuncia della lingua italiana, relativamente ai fonemi “S” e “ Z “ nei suoni sordi e sonori, quindi le prove dello sceneggiato che sarà saggio finale nel festival di giugno.
La Scuola “Don Milani”.
Anche i suoi giovani hanno indossato mascherine al momento di riprenderli in scena, così si è preservata la privacy ed inoltre è subentrata l’eccitazione ad essere un altro. Nel corso degli incontri, tutti i partecipanti hanno accettato e svolto con entusiasmo i ruoli assegnati. Talvolta, quando un passaggio di scena si è presentato di discreta difficoltà, le Risorse Umane hanno soccorso i meno brillanti con degli interventi tecnico-artistici personalizzati. Anche se i giovani possedevano già un’iniziale padronanza del testo. A turno hanno beneficiato di uno spazio dedicato, della durata di circa 15 minuti. Al termine, una stretta di mano, un sonoro “bravo!”, quindi il ritorno sul palcoscenico con una buona dose di sicurezza. Sin dai primi incontri, abbiamo notato una ragazza che si poneva sempre in ultima fila, si faceva schermo con il corpo delle compagne, non sorrideva, non dissentiva ma neanche dava cenni di accettazione di quanto andavamo proponendo. L’abbiamo avvicinata e chiesto se c’era un ruolo, un compito che volesse svolgere nella rappresentazione del lavoro che stavamo preparando. Non ha aperto bocca, solo segni di diniego con vigorosi scuotimenti del capo. Eppure, qualcosa ci diceva che una parte ne Il sacco della bella Giacoma Beccarino “in progress”, si aspettava che le fosse affidato. Ma quale?
La sceneggiatura.
La sceneggiatura prevede che ci sia un coro (parvenza e ricordo di quello greco): quello avrebbe accolto Francisca (nome di fantasia). Quale migliore inserimento per lei se non in seno al gruppo delle amiche che le avrebbero offerto stimoli e protezione ? Abbiamo adottato la tecnica dell’esercitazione personalizzata, spostando il gruppetto in un’aula dell’Istituto. Abbiamo lavorato con brevi nostre “imposizioni” e sollecitando in loro richieste una volta finite le prime. Francisca si è sentita supportata dalle compagne, tant’è che nell’ultimo incontro è stata “buona voce nel coro” a cui ha associato un ampio sorriso di ringraziamento. Per quanto riguarda la presenza musicale, nel gruppo della “Don Milani” abbiamo accolto la richiesta di due partecipanti. Due violini che saranno sulla scena nei momenti in cui la drammatizzazione lo richiederà, quindi musica dal vivo. I brani proposti sono creazione dei due giovani violinisti, un ragazzo ed una ragazza davvero pieni di talento.
Al termine di ciascun incontro, per entrambe le Scuole, un sonoro forte spontaneo dei giovani era diretto a noi quale saluto: “Alla prossima !!!”.
Vittorio Tricarico, Manfredonia.
#terracheemoziona
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