LA GENITORIALITÀ POSITIVA COME FATTORE DI PROTEZIONE

di

Essere un “genitore positivo” vuol dire mettere in campo degli atteggiamenti che fanno sì che il bambino si senta rispettato nella sua unicità, protetto ed amato, sviluppando basi indispensabili per diventare un adulto in grado di muoversi nel mondo con fiducia e sicurezza.

L’educazione positiva, ponendo al centro il bambino ed il suo diritto di essere tutelato, tende a garantire un percorso di crescita del bambino non-violento, basato su principi quali: concentrarsi sui propri obiettivi educativi a lungo termine, far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento ai bambini in ogni interazione con loro, comprendere cosa pensano e cosa provano i bambini nelle diverse situazioni ed assumere un atteggiamento che mira ad una costruttiva risoluzione dei problemi piuttosto che adottare un approccio punitivo[1].

Le attività realizzate nell’ambito del progetto INVIOLABILI si pongono l’obiettivo di accompagnare i genitori presi in carico lungo il percorso di “realizzazione” della genitorialità positiva, un modello educativo positivo e responsivo che è uno dei fattori di protezione che contrastano e/o riducono il verificarsi o l’impatto sul minore delle esperienze sfavorevoli infantili. Per raggiungere questo obiettivo gli operatori di progetto sono convinti che sia fondamentale sostenere i genitori nel lavoro quotidiano e fornire loro gli strumenti necessari per costruire una relazione positiva con i propri figli.

La genitorialità positiva diventa un vero e proprio percorso di prevenzione al maltrattamento e agli abusi nell’infanzia ed è qui che il progetto INVIOLABILI si colloca con le sue attività pratiche. I laboratori mamma-bambino, i gruppi di parola, gli incontri tematici e le altre attività previste da progetto, permettono di lavorare con i genitori sul loro rapporto con i figli, valorizzando i fattori di resilienza e le risorse di ciascuna famiglia. Da qui, sviluppare genitorialità positiva si traduce in un processo di conoscenza e di consapevolezza delle proprie emozioni e delle proprie azioni educative al fine di riflettere sulle strategie di contenimento da adottare con i propri figli e sulle tecniche di gestione delle proprie emozioni.

Nello specifico, durante il laboratorio mamma-bambino, l’educatrice e la psicologa di progetto, esplorano insieme alle partecipanti le tematiche che più le preoccupano, partendo dall’osservazione dell’interazione madre-figlio e prestando particolare attenzione alle emozioni e agli stati d’animo delle mamme ed alle loro modalità di risposta ai comportamenti dei bambini. Scalfire il mito della “madre perfetta e buona” permette alle mamme di aprirsi e di poter esprimere anche sentimenti negativi come rabbia, frustrazione, stanchezza che la genitorialità inevitabilmente comporta.

Nelle attività laboratoriali dei gruppi di parola proposte alle mamme in un clima “informale” ecco che emergono i loro dubbi, il loro senso di inadeguatezza ed il loro profondo senso di solitudine lontane dai loro punti di riferimento culturali. L’operatore accoglie e sospende qualsiasi tipo di giudizio e per favorire un approccio educativo “positivo” si pone come osservatore e facilitatore della relazione madre-bambino nel rispetto delle specificità culturali di ciascuna mamma.

Essere genitori “positivi”, quindi, non vuole dire non commettere errori ma attivare un “pensiero” sulle proprie prassi educative e diventare più consapevoli delle emozioni, pensieri e sensazioni che proviamo nel rapportarci ai nostri figli.

[1] “Guida pratica alla genitorialità positiva: come costruire un buon rapporto genitori-figli” (Save The Children, 2012).

Ti potrebbe interessare

PRESENTAZIONE A BARI DEL PERCORSO DI FORMAZIONE INVIOLABILI

di

INVIOLABILI è un progetto nazionale finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che...

GIOCARE PER CRESCERE “BENTRATTATI”

di

Il gioco durante la prima infanzia e per tutta l’età evolutiva, ha una fondamentale valenza educativa. Permette al bambino di apprendere e...

ATTIVITÀ EDUCATIVE A 40° ALL’OMBRA

di

 Nei mesi estivi la città si svuota, i nidi e le scuole dell’infanzia terminano e molti genitori vivono questo cambiamento con estrema...