Da Ancona l’esperienza di costruire “Accanto a te”, accettando gli altri

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Dalla sede di Ancona arriva il racconto degli operatori sull’esperienza della costruzione di un tavolo: tutti hanno un legnetto uguale in mano, si costruisce insieme, ognuno prova a seguire la propria strada ma alla fine si capisce che solo insieme, mettendosi “Accanto a te”, si possono costruire ponti, accettando “crolli” e limiti degli altri.

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È bello per noi poter condividere i primi risultati della sfida più impegnativa e allo stesso tempo più entusiasmante del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno”: gli incontri del con ragazzi e ragazze preadolescenti e adolescenti che hanno accettato di mettersi in gioco come protagonisti in un percorso di crescita, consapevolezza e costruzione della propria identità. Riportiamo la cronaca di un incontro che racconta con la freschezza e la spontaneità dei partecipanti la vita del progetto.

Attorno a un tavolo. Una musica di sottofondo, per non sbagliare Ludovico Einaudi, i ragazzi e le ragazze, gli educatori i volontario e tanti legnetti tutti uguali.  Le istruzioni sono semplici: a turno si mettono sul tavolo due legnetti alla volta. Non c’è un progetto comune, durante il gioco non si parla, si ascolta in silenzio la costruzione che procede. Puoi collegarti nel costruire a quello che prima di te hanno costruito ma non puoi distruggere volontariamente. Se qualcosa cade, si lascia lì, come segno dei fallimenti.

Man mano che la costruzione procede accade che qualcuno costruisce da solo, nel proprio spazio, altri cercano legami, costruiscono ponti, altri ancora sfidano la gravità tentando l’impossibile, cercando il limite fino a fallire e crollare. Alcuni vanno a caso, mettendo dei pezzi senza un senso, altri sognano progetti, cercano un fine al loro gesto.

La costruzione procede e c’è chi ha costruito come un muro che protegge dall’esterno, chi una scatola per i propri desideri chiusi agli occhi esterni, torri pericolanti, sostegni sicuri, passaggi e paesaggi. Pian piano i legnetti finiscono e si rimane in silenzio a contemplare l’opera, mai completa, fragile e preziosa e si scopre che è la vita.

Ogni scelta fatta è decidere se rischiare o costruire sul sicuro, se sfidare o rafforzare, se chiudersi o aprirsi. Ogni decisione presa costruisce uno scenario diverso, complesso e sempre nuovo, da decifrare con la fatica di attribuirgli un senso. Così il gioco diviene la vita di ciascuno, le scelte fatte e le fatiche di ogni giorno. Così il gioco diventa specchio della vita e inizia a capire come funziona il gioco, impari a scegliere dove mettere il tuo gesto, senza farti male e senza ferire, costruendo ponti e passaggi. Impari ad accettare i crolli, i fallimenti, i progetti che non vengono, il limite degli altri.

Anche questo accade “accanto a te” imparando a costruire e a leggere la vita.

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