Scambio di esperienze: come è stata affrontata la DAD?
di Oasi
Confrontiamo esperienze nelle scuole dopo un anno di DAD. Scambio di buone pratiche con la psicoterapeuta Ottavia Galiero
L’anno scolastico 2020/21 è terminato e anche il progetto #AltaFrequenza sta volgendo alla conclusione. La DAD ci ha posto sfide inaspettate. Ma ora è il momento di guardarci alle spalle e esplorare anche le esperienze educative con le quali, in altre città e altre scuole, il sociale ha affrontato le conseguenze indirette della pandemia sugli adolescenti. Incluse la dispersione scolastica e la povertà educativa.
“Lavorare per una scuola educante” è uno scambio di buone pratiche con la psicoterapeuta e formatrice Ottavia Galiero. L’appuntamento online, su ZOOM e Facebook, è stato organizzato da Spazio Incontro Scolè, uno dei CAG che anima il Polo Educativo di #AltaFrequenza nel Municipio Roma VII.
Vi proponiamo, di seguito, alcuni spunti di riflessione emersi dall’incontro online in cui abbiamo esplorato i progetti seguiti dalla dott.ssa Ottavia Galiero a Roma, Napoli e Latina:
- Consulenza psicologica: i casi emersi in un anno di DAD
- Bisogno di relazioni
- Post Covid è diventato Long Covid
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“Lavorare per una scuola educante”
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Consulenza psicologica: i casi emersi in un anno di DAD
L’esperienza del progetto C.I.C – Centro di Informazione e Consulenza, a Roma, ci restituisce un quadro delle difficoltà e dei disagi principali vissuti da alunni, famiglie e docenti che si sono rivolti al servizio di consulenza psicologica e orientamento per l’emergenza Covid-19.
Molti studenti hanno affrontato un intero anno scolastico in DAD e hanno riscontrato una grande difficoltà nell’interpretare quale impegno richiedesse da loro la scuola. Soprattutto nelle scuole secondarie.
Questa situazione, in diversi casi, ha generato:
- scarsa motivazione allo studio;
- difficoltà a tornare a scuola in presenza;
- ansia scolastica;
- ritiro sociale;
- disturbi alimentari come il binge eating;
- scarsa frequenza scolastica.
In risposta alle difficoltà emerse nel passaggio dalla DAD alla presenza, sono stati immaginati percorsi personalizzati che prevedessero anche la prosecuzione della didattica a distanza per chi presentasse particolari difficoltà nel ritornare a scuola.
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Bisogno di relazioni
Come abbiamo già raccontato nel caso di #AltaFrequenza, il distanziamento sociale ha segnato anche i progetti realizzati e raccontati dalla dott.ssa Ottavia Galiero. L’interazione con studenti e famiglie, sia nei momenti di ascolto che di formazione, è avvenuta soprattutto online. Ma questa fase di distanziamento deve essere seguita necessariamente da una in presenza, importante per l’affiatamento dei gruppi che si sono creati nelle classi.
Questo scambio ci ha permesso di condividere le sensazioni vissute da docenti ed educatori durante e dopo il primo lockdown. Il cigno nero, l’evento che ci ha colti di sorpresa ma non impreparati. Da un lato, infatti, è stato stimolante trovare soluzioni alternative, digitali, per preservare quella relazione che è sempre stata in presenza, in un luogo fisico: il centro di aggregazione.
Ma il bisogno di relazioni nel mondo reale, poi, è stato sempre più pressante. Ricordiamo ragazzi stanchi della DAD la scorsa estate, stanchi di stare in casa davanti ad uno schermo.
Inoltre, abbiamo dovuto affrontare, anche con i nostri percorsi individualizzati, la carenza di device per connettersi nelle famiglie in difficoltà economica. O gli spazi ristretti da condividere in casa. Il divario sociale rischiava di allargarsi con la DAD.
Abbiamo profuso tante energie e realizzato diverse idee per mantenere viva la relazione nella fase più difficile e realizzare attività anche in questo ultimo anno. Il digitale è stato importante, per tutti i progetti dedicati al contrasto della povertà educativa. Ma ora speriamo di tornare presto a incontrarci!
Post Covid è diventato Long Covid
I progetti partiti lo scorso autunno erano pensati nell’ottica di ricostruire la scuola e la relazione dopo il lockdown. Ma questa fase post Covid si è rivelata, ondata dopo ondata, una lunga coda di effetti collaterali delle misure per il contenimento della pandemia ancora in corso.
In quest’ottica il progetto #maipiùsoli, realizzato a Marano (NA), si è rivelato un’ottimo esempio di come si possa rispondere all’esigenza di supportare le scuole in fase long covid nella costruzione di un rinnovato modello di organizzazione dei servizi, in grado di riattivare un sistema di relazioni con alunni e le loro famiglie, «riducendo le distanze» attraverso un uso efficace delle nuove tecnologie digitali.
Ottavia Galiero, impegnata in questo progetto insieme ad un ampio partenariato proveniente non solamente dalla Regione Campania (sfruttando proprio il digitale) ci ha raccontato come si è riusciti a implementare, tra la rete di scuole, la capacità di realizzare attività progettuali che consentano l’ampliamento del tempo scuola ordinario, con lo scopo di ripensare le modalità didattiche e favorire una maggiore partecipazione di tutti gli attori coinvolti nella comunità educante.
Gli scambi di buone pratiche del progetto #AltaFrequenza
- Scambio europeo di buone pratiche con gli adolescenti
- Corviale. Mani e “reti” che raccontano una periferia diversa
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