Didattica a distanza. Come fare oggi un percorso individualizzato
di Oasi
Come seguire nella didattica a distanza un adolescente che ha bisogno di un percorso personalizzato? Questa è una delle sfide della fase 2 di #AltaFrequenza
Il lavoro educativo con i ragazzi è forse destinato a cambiare, almeno nel breve e medio termine. Accompagnare gli adolescenti in percorsi di crescita e ascolto non sarà facile in un mondo in cui, per molto tempo, non potremo essere fisicamente vicini. Il rischio è un isolamento che i più giovani pagano quanto, se non più, degli adulti.
Con questa premessa abbiamo iniziato una serie di articoli attraverso i quali vogliamo raccontare in che modo è possibile affrontare il distanziamento sociale: l’inventiva e la tenacia con cui gli operatori del progetto #AltaFrequenza hanno riprogettato i propri interventi contro la povertà educativa e alla dispersione scolastica.
Entriamo ora nel particolare, parlando di percorsi individualizzati.
Come stanno affrontando la didattica a distanza gli operatori dei Centri di Aggregazione
- Pontedincontro
- LuogoComune e I Ragazzi del Muretto
- Spazio Incontro Scholè
- Batti il Tuo Tempo Evolution
- B-side
Cosa sono i percorsi individualizzati?
Quanti adolescenti rischiano di abbandonare la scuola perché partono da condizioni di difficoltà? Problemi di un’età o di una periferia difficile. Ostacoli oltre i quali non vedono la prospettiva di un diploma.
Ma nessuna meta è impossibile da raggiungere. Soprattutto il completamento degli studi. La conquista di una formazione che, da adulti, permetterà di superare anche altri ostacoli.
Per questo, stiamo tracciando 45 strade diverse per 45 adolescenti di Roma. Ogni strada, unica e originale, nascerà per superare gli ostacoli specifici degli studenti in difficoltà che i poli educativi territoriali individuano nei Municipi VII, IX e XI di Roma.
Se vuoi saperne di più, leggi la storia di due ragazzi che hanno raggiunto il diploma di scuola media grazie agli operatori di B-Side » Non c’è una sola strada per crescere
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Il contesto: didattica a distanza
Come percorrere il proprio cammino scolastico al fianco di una figura che conosce la strada, se non è possibile neanche incontrarsi fisicamente?
I percorsi individualizzati hanno rischiato un drammatico stop a causa dell’emergenza coronavirus.
Le difficoltà del lavoro educativo
Distanziamento sociale non è solo distanziamento fisico. Riguarda anche la tecnologia a disposizione, gli spazi stretti e la riservatezza limitata di un appartamento di periferia, i carichi di studio di scuole che hanno rivoluzionato i programmi, le dinamiche familiari in cui l’operatore sociale si ritrova quando entra nelle case dei suoi utenti con una videochiamata.
Ma gli operatori che stanno seguendo ragazze/i nei percorsi individualizzati hanno trovato modalità, attività, strumenti diversi per ogni situazione. Non a caso, si parla di percorsi individualizzati.
Strumenti a disposizione
Si sperimentano strumenti diversi, quelli con cui il beneficiario del percorso si trova a proprio agio. Pensiamo quanto sia importante questa accortezza in quelle famiglie in cui non c’è neanche un computer o l’accesso a Internet dipende da uno smartphone.
Whatsapp o Instagram, le app che quasi tutti utilizzano e che possono permettere un’interazione variegata: chat, storie, piccoli video, messaggi vocali e anche videochiamate. Di gruppo o personali.
Soprattutto quando l’interazione è limitata alla chat, in case sovraffollate, l’invio di schede riassuntive, video o altri prodotti utili per stimolare la curiosità e l’attenzione su alcuni aspetti degli argomenti di studio si rivela il modo più adatto per creare una relazione.
Skype, invece, è lo strumento migliore per fare anche una merenda e una chiacchierata con calma. Perché l’ascolto è una parte fondamentale della relazione.
Ma ora vediamo nello specifico come si stanno muovendo i Centri di Aggregazione Giovanile dei Poli Educativi Territoriali per continuare i propri percorsi individualizzati
Pontedincontro. Un gruppo che trova sempre un modo per essere vicino ai gorillini
All’ombra del murales del Gorilla, responsabili e volontari di Pontedincontro hanno trovato tutti i modi possibili per non lasciare da soli i propri ragazzi.
Siamo al Laurentino 38, Municipio IX. Una di quelle periferie di Roma nate dal fallimento delle utopie urbanistiche degli anni ’70. I famosi Ponti, per chi conosce Roma Sud. E in una periferia esistenziale rischia di isolarsi una ragazza o un ragazzo che non può più andare a scuola o ritrovarsi con amici ed educatori del Centro di aggregazione. Specialmente gli stranieri che hanno difficoltà con la lingua.
In case affollate, in famiglie con difficoltà economiche tali da non potersi permettere neanche un computer, la didattica a distanza rischia di diventare il passo finale verso la dispersione scolastica.
Eppure, una strada da percorrere c’è.
Ilaria è una socia di Pontedicontro e ha trovato un’aiutante per guidare A nel percorso individualizzato. I compiti si fanno insieme, videochiamandosi su Whatsapp, con la preziosa partecipazione di una volontaria ed ex utente di Pontedincontro. Solo 16 anni, ma connazionale di A. Aiuta Ilaria a saltare le barriere linguistiche e culturali, alte tanto quanto quelle fisiche e tecnologiche.
Un percorso a tre. A riesce ad affrontare i tanti compiti assegnati in questo periodo dalla scuola. Mentre una ragazza, di poco più grande d’età, impara da Ilaria ad essere qualcosa di più di una gorillina dei Ponti. Inizia a prendersi cura degli altri, come volontaria.
A proposito di gorillini…
Pontedincontro non ha abbandonato i suoi gorillini, i ragazzi del quartiere. Li ha adottati.
Il doposcuola del CAG dei Ponti ha sempre utilizzato anche un gruppo Whatsapp. Ma ora si è proposto di fare di più. Tutti i responsabili seguono due ragazzi in modo personalizzato. Come se li avessero adottati. Ne parleremo nel dettaglio tra una settimana, nel post in cui racconteremo le attvità online dei CAG di #AltaFrequenza.
LuogoComune e I Ragazzi del Muretto
Il disagio degli spazi ristretti e poco riservati delle case è vissuto anche a Corviale e Spinaceto. Ostacoli che limitano la possibilità di incontrarsi in sincrono, con una videochiamata.
Questi ostacoli devono affrontare gli operatori di LuogoComune e I Ragazzi del Muretto.
Le chat su Whatsapp sono lo strumento per tenere in piedi un rapporto costante che non ha solo obiettivi di tipo relazionale-sociale. Dalle scuole arrivano richieste didattiche enormi e, per questo, non solo sono stati potenziati i due percorsi individualizzati già avviati ma ne è stato avviato anche un terzo.
Ma bisogna inventarsi qualcosa per rendere speciale il proprio percorso e stimolare lo studio anche con la didattica a distanza…
Il surrealismo viene in aiuto a Ramona, operatrice di Arci Solidarietà.
Per tenere viva la curiosità e lo stimolo per la ricerca attraverso la creatività, prende in prestito dai salotti surrealisti francesi il gioco dell’cadavre exquis. Sì, il gioco si chiama Cadaveri squisiti. O Cadaveri eccellenti, a seconda della traduzione. Ed è un modo efficace per realizzare attività di laboratorio che non necessitano la condivisione dello stesso momento, come nel caso di una videochiamata.
In cosa consiste il gioco? Si crea un testo o un’immagine con un lavoro di gruppo in cui ogni partecipante ignora i contributi degli altri.
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Spazio Incontro Scholè. Un rapporto personale, per superare la paura degli esami
Un percorso individualizzato non è solo un sostegno allo studio. Ma anche un sostegno alla persona. Altrimenti, sarebbe non diverso da un doposcuola.
Lo sa bene Giulia, operatrice di Spazio Incontro Scholè, che con le ragazze che segue ha costruito da tempo un rapporto di amicizia. Siamo ben oltre il patto formalizzato burocraticamente, che non descrive cosa c’è dietro, prima o durante, un percorso individualizzato.
Un rapporto che oggi si nutre di videochiamate. Su Skype o Whatsapp. Ma che parte sempre da una chiacchierata informale. Si studia insieme, ma altrettanto importante è scambiarsi idee per passare il tempo durante la quarantena. Si fa merenda, si parla dei laboratori di arte e riciclo che Giulia invia ai ragazzi del Centro di Aggregazione. Ma anche di ricette, film, ecc.
Sentirsi vicini è molto importante anche quando si sente il timore dell’esame che si avvicina. I due percorsi di Giulia porteranno, il primo, ad un esame di 3° media e, il secondo, alla maturità. Un periodo particolare per un’adolescente. Vissuto lontano dai propri compagni di classe. Il supporto di una persona fidata, un’amica più che un’educatrice, è la mano giusta per accompagnarle in questo percorso.
Batti il Tuo Tempo Evolution. La didattica a distanza può essere il momento del riscatto?
La risposta di uno dei ragazzi seguiti dagli operatori di Batti il tuo tempo è straordinaria. Sembra quasi che l’emergenza l’abbia motivato.
F ha difficoltà logistiche a seguire le lezioni online, soprattutto a causa di una connessione internet instabile. Ha avuto difficoltà anche nell’ottenere tutti i testi scolastici. Ma Anis, l’operatore che lo accompagna in questo percorso, ha scoperto in lui una nuova motivazione in queste settimane. F si è attivato. Di sua spontanea volontà inizia a cercare i materiali di studio di cui ha bisogno. Affronta con la giusta rilassatezza, ma senza superficialità, la didattica a distanza della sua scuola.
Sulla strada da percorrere insieme, il passo può aumentare anche quando meno te lo aspetti.
B-Side. Uno strumento per superare un ostacolo si trova sempre
Evitiamo di dare per scontato l’apprezzamento degli adolescenti per la didattica a distanza. La vita digitale creata con il proprio smartphone non ha niente in comune con lo studio e le lezioni online. Le quali, richiedono un pc o un tablet ed un approccio all’uso di Internet del quale non avevano ancora avuto esperienza.
Alcuni studenti, infatti, soffrono anche l’accesso tecnologico alla didattica a distanza sulle piattaforme scolastiche. In molti casi, hanno utilizzato solo il cellulare fino al fatidico marzo 2020.
Anche per i ragazzi del B-Side questo è un momento emotivamente complicato. E lo si affronta senza uno spazio proprio in cui vivere la didattica e la socialità.
Serena, operatrice del Centro di Aggregazione di Cinecittà, segue da non molto tempo un percorso individualizzato. Purtroppo, il lockdown è franato su un sentiero che era stato appena tracciato. I primi passi erano ancora da affrontare.
Il ragazzo in questione non ha nemmeno il pc. Qual è il modo più efficace per interagire e portare avanti il percorso individualizzato in questo caso?
Innanzitutto, Serena lo invita a partecipare al sostegno allo studio che B-Side tiene su Instagram il martedì. L’applicazione e la sua chat si rivelano il contesto giusto per trovare una soluzione: programmare piccoli contenuti didattici e curiosità sugli argomenti trattati dalla scuola.
Schede sintetiche, video, prodotti multimediali che il CAG produce per portare avanti i suoi laboratori online. Il percorso si nutre di scambi, di stimoli, di supporti utili per portare avanti non solo la didattica a distanza ma anche un nuovo rapporto tutto da costruire.
La consapevolezza della sfida più grande: essere sempre più presenti
Una presenza diffusa, nello spazio e nel tempo. Questo richiede il lavoro educativo in quest’epoca.
Gli operatori dei CAG si sono resi conto subito di dover mettere in gioco professionalità, amore e tempo necessari per non perdere mai di vista la missione: accompagnare ragazze e ragazzi nell’età più delicata della propria vita.
C’è chi ha aumentato gli appuntamenti settimanali. Chi ha creato dei piccoli gruppi per seguire costantemente, con chat e videochiamate su whatsapp, l’esperienza emotiva di questo lockdown. Altri, invece, hanno preferito una rotazione degli educatori, per andare oltre la relazione uno-a-uno.
In ogni caso, è sempre garantita la presenza in chat del proprio educatore e del gruppo di amici, volontari e responsabili del Centro di aggregazione.
Questo post fa parte di una serie di articoli che raccontano come #AltaFrequenza affronta a Roma l’emergenza Covid-19 e il distanziamento sociale
Scopri tutte le iniziative che abbiamo preso per » Affrontare il distanziamento sociale
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