Futuri reporter digitali crescono.

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Piccoli reporter digitali crescono!

Finalmente nel mese di marzo il primo numero del giornalino scolastico Voltalacarta ha visto la sua definitiva produzione, sia sul supporto cartaceo sia su quello digitale.
La redazione è quindi passata all’elaborazione della struttura del secondo numero, tenendo però ben presente la potenzialità maggiore a disposizione: avere un sito significa poter aggiungere articoli e file senza limiti dettati per esempio dai costi di stampa o tiratura, così come la possibilità di pubblicare interviste audio e video a supporto dei testi scritti. Non è un dato di fatto facile da far proprio: fino ad oggi il giornalino era stato pensato per una veste cartacea e la nuova opportunità deve essere effettivamente capita dalla redazione. Per questo durante il mese si è insistito in vari modi e tempi su questa differenza e sugli scenari che apre per il numero secondo di Voltalacarta.
Una volta affrontato questo passaggio non da poco, la redazione ha iniziato a cimentarsi con gli strumenti e i linguaggi specifici per interviste audio e video per preparare i futuri reporter digitali: questo in preparazione di interviste ad esperti e autorità relativamente al focus bullismo scelto per il secondo numero, nonché per affrontare al meglio il lavoro durante un evento cittadino in calendario il 12 aprile dedicato alla figura di Fabrizio De Andrè. Redattrici e redattori, suddivisi in piccoli gruppi (la scelta della compagna o del compagno di gruppo è stata autogestita e non imposta dai docenti) hanno pensato e valutato le modalità delle interviste, aiutati dai docenti che hanno fatto notare anche le implicazioni del linguaggio non verbale. Si è cioè spiegato che l’approccio, anche fisico, ad una persona da intervistare con un registratore (o cellulare o videocamera) è diverso da quello che si mantiene per una intervista ideata come prodotto esclusivamente scritto. Per esempio si è suggerito di presentarsi con un sorriso, in modalità di ascolto delle esigenze, dei timori o degli entusiasmi di chi viene intervistato. Oppure di curare il proprio tono di voce nel porre le domande, evitando sfumature di aggressività di incertezza.

Suggerimenti da far propri con la pratica, certo, ma l’inizio è stato positivo: la redazione ha capito presto sia le potenzialità dello strumento digitale sia le modalità diverse di produzione e resa del secondo numero. E si è sguinzagliata per i corridoi della scuola alla ricerca di persone da intervistare, anche se all’inizio i dinieghi hanno sorpreso, ma non scoraggiato, i futuri reporter.

Laboratorio condotto da Irene Panighetti – Residenza Idra
#terracheemoziona

 

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