Centri di Aggregazione Scolastica, una preziosa opportunità
di Centro Alfredo Rampi Onlus
Aperte ormai da diversi giorni le nuove “Aule studenti”, che ospitano i Centri di Aggregazione Scolastica all’interno delle cinque scuole del progetto Stelle di Periferie. Gli operatori del progetto, in coordinamento con le scuole, si occuperanno di attrezzarle: computer, schermo (a uso visione film e videogiochi), playstation. Presto un terzo pomeriggio sarà dedicato in ogni scuola all’avvio di attività espressive, sportive e laboratoriali.
Ma intanto il tutoraggio allo studio è già avviato e i ragazzi si incontrano, socializzano, scherzano e studiano. Come si svolge esattamente un pomeriggio dentro un C.A.S.?
Gli operatori dividono i ragazzi in gruppi di studio, in base alla classe e alla materia di studio scelta. Durante l’attività di studio sostengono i ragazzi, con una particolare attenzione a favorire il confronto e l’aiuto tra pari nelle varie attività. Dove necessario offrono ai ragazzi supporto individuale e strumenti metodologici. Inoltre, a fine pomeriggio ci si saluta con una attività ricreativa condivisa.
I nostri educatori e psicologi sono con loro sempre, adulti di riferimento per questi gruppi appena nati, che sono il cuore dell’intero progetto.
L’importanza del gruppo
Per l’adolescente, l’esperienza vivificante di appartenere a un gruppo di coetanei favorisce il (non facile) percorso verso la “maturità”. Infatti il piccolo gruppo “affettivo” è la dimensione in cui il ragazzo può più facilmente esprimersi: può confrontarsi con l’Altro da sé, condividere la fatica di crescere e di studiare.
Il progetto Stelle di Periferie, dunque, convoglia i ragazzi all’interno di un ambiente educativo allo scopo di promuovere questo tipo di gruppalità. La scuola aperta il pomeriggio per questo obiettivo è un’opportunità preziosa, una stella luminosa nel quartiere, da sfruttare al massimo. Quello che si vuole evitare è l’isolamento. Soprattutto nei casi in cui il percorso di crescita è ostacolato da esperienze difficili, l’adolescente rischia di isolarsi o di inserirsi in un branco, forma “primitiva” di gruppo.
Il branco e il gruppo
Anche senza arrivare a comportamenti violenti, c’è una enorme differenza tra gruppo e branco. Nel branco non si condividono ideali o progetti. Nel branco non c’è il “terreno” per diventare un individuo unico e responsabile delle proprie azioni. Dentro il branco, infine, non c’è spazio per un confronto con un Altro diverso, tanto meno con l’adulto.
Il gruppo dei coetanei, invece, è una situazione piena di potenzialità. Promuove la crescita, permette la condivisione dei problemi dell’età, fornisce sostegno ed empatia. Nei nostri spazi pomeridiani di aggregazione, la figura adulta dell’operatore (educatori e psicologi) offre l’occasione di un contatto positivo fra generazioni, ovvero, come dicono i nostri psicologi, di un confronto di tipo “evolutivo”.
L’adulto nel centro di aggregazione
Secondo molte analisi, lo scambio fra generazioni si è, in questi ultimi decenni, impoverito. L’educatore in uno spazio di aggregazione giovanile è un operatore che sa affiancare un gruppo: ma, soprattutto, è un adulto esperto. Anche senza troppe parole, rappresenta valori, propone riflessioni, attribuisce senso. E fa da specchio al ragazzo affinché quest’ultimo impari tali abilità e “funzioni”, e possa scegliere consapevolmente che persona diventare.
Così, due pomeriggi a settimana, oltre alle attività socializzanti e di sostegno metodologico allo studio, ritroviamo nei centri di aggregazione scolastica una preziosa valenza educativa. Un modo in più di rendere le nostre scuole “presidi di civiltà” nelle periferie urbane e sociali di Roma.
Insomma, siamo molto contenti di poter dire che, nelle aule studenti di Stelle di Periferie, tra un gioco, un compito e una risata, nascono “gruppi che aiutano a crescere”.
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