Progetto Sostegno Orfani Speciali: iniziata la formazione
di centriantiviolenzaemma
A fine 2020 erano 48 gli orfani e le orfane di femminicidio, figli e figlie delle 28 donne uccise in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Dall’indagine commissionata all’Eures per il progetto S.O.S. Sostegno Orfani Speciali emerge che una metà ha tra i 16 e 21 anni, l’altra tra i 6 e 15 anni. Due fasce con esigenze e aspettative molto diverse.
Per offrire un sostegno personalizzato ai beneficiari e alle beneficiarie il progetto, finanziato con il bando a Braccia Aperte da Impresa Sociale Con i Bambini, investe molto sulla preparazione delle équipe multidisciplinari che li seguiranno. Nei 4 anni previsti sono 379 le ore di formazione dedicate alle operatrici dei centri antiviolenza e alla comunità educante. Più di un terzo incentrato sulla gestione del trauma e le sue implicazioni.
Il primo modulo si è svolto a Torino a fine dicembre ed è stato guidato da Camillo Regalia e Chiara Ionio, docenti dell’Università Sacro Cuore di Milano e dalle docenti Donatella Cavanna e Fabiola Bizzi dell’Università di Genova.
Altri moduli di formazione saranno dedicati alla costruzione sociale dell’identità di genere, alla relazione uomo-donna, alle connessioni amore-violenza, alla prevenzione e valutazione del rischio. Alla conoscenza degli aspetti giuridici e legali. Moduli che si avvarranno ognuno del contributo di tanti/e esperti/e.
La formazione coinvolgerà una cinquantina di professionisti in ognuna delle tre regioni: operatori e operatrici dei centri antiviolenza, dei servizi sociali delle Asl, dei Tribunali degli Uffici Scolastici. Professionisti che a loro volta diventeranno un punto di riferimento per altri/e operatori/operatrici della rete antiviolenza come ha ricordato durante il primo incontro Anna Zucca la presidente dei Centri Antiviolenza E.M.M.A., capofila del progetto.
Oltre a garantire un sostegno concreto agli orfani e alle orfane di femminicidio e contribuire a costruire un sistema per la loro presa in carico, il progetto vuole anche far crescere la consapevolezza sulle conseguenze umane e sociali dei femminicidi e sulle radici culturali della violenza maschile sulle donne.
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