Pillola #2: Quale influsso può avere sulla psiche dei bambini una chiusura forzata in casa?

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Pillole di psicologia per genitori in quarantena”:

Pillola #2: Quale influsso può avere sulla psiche
dei bambini una chiusura forzata in casa?

Questa domanda è complessa e potrà trovare risposta solo caso per caso e casa per casa.
Fermo restando che l’isolamento prolungato dai contesti ricreativi e socializzanti come la scuola e la famiglia allargata, intesa anche come le figure di riferimento amicali ecc., crea un profondo disagio affettivo, di sviluppo emotivo e globale. Tuttavia la risposta a questo interrogativo dipenderà da come genitori e figli avranno affrontato insieme quest’esperienza, quali caratteristiche e capacità di resilienza avranno saputo utilizzare.
In questo articolo porteremo una serie di considerazioni che possono essere utili a riflessioni più ampie.

Una variabile importante sul come affrontare questo periodo è senz’altro l’età dei figli/e.
Con adolescenti e preadolescenti sarà importante lavorare sull’autonomia, sulla possibilità che si autorganizzino le giornate e i genitori fungere da allenatori, capaci di esserci senza però sostituirsi a loro nelle scelte delle attività, sempre motivandoli e interessandosi al loro percorso.

Diverso è il lavoro che ci aspetta con i figli/e più piccoli/e, ad esempio in età scolare o ancora di più in età prescolare, questi hanno un bisogno relazionale altissimo, non possono far da soli/e, e hanno necessità del contatto diretto, dunque richiedono un impegno costante.

In ogni caso, di qualunque età sia il figlio/a è necessario valutare i possibili segnali che ci lanciano mantenendo alta l’attenzione senza vivere nel panico qualunque loro modificazione come se fosse un segnale d’allarme.

Sicuramente è possibile che vengano espressi sintomi attraverso l’alimentazione o il ritmo sonno veglia o ancora sintomi più espressamente ansiosi o depressivi che può voler dire manifestare irritabilità, tristezza, iperattività, comportamenti aggressivi, reazioni oppositive e un totale rifiuto delle regole (strillano, si disperano, respingono ogni consiglio, diventano ingestibili).

Ma allora come comportarsi quando nei genitori suonano “i campanelli d’allarme”?

É sempre importante l’ascolto attivo e l’ascolto empatico, quindi esserci nella relazione con l’altro senza giudicarlo o svalutare ciò che sente. Evitare, quindi, di rassicurare troppo (minimizzando il sentimento espresso), svalutare la preoccupazione e incoraggiare il bambino/a a non piangere.

Esserci nella relazione vuol dire chiedere al proprio figlio/a come sta e provare a far emergere frustrazioni e ansie accogliendo ciò che arriva.

Come detto nel precedente articolo, qualora vi rendiate conto che il vostro bambino/a (e quindi voi) ha necessità di maggiore sostegno, non esitate a chiedere aiuto, le psicologhe dello sportello d’ascolto messo a disposizione dalla scuola sapranno aiutarvi a comprendere meglio i vostri bisogni.

Sul piano pratico, invece è importante ricordarci che la situazione odierna richiede, in primis a noi adulti, di cambiare le priorità e diventa necessaria una riorganizzazione della famiglia:

– organizzare la giornata, questo va bene sia in tempo di coronavirus sia in tempo di normalità. Scandire il tempo in cui ci si dedica ai pasti, al sonno, alla scuola e in cui ci si diverte.

– l’organizzazione della giornata è fondamentale ma non deve essere rigida: è sempre prioritaria la serenità del bambino/a, è bene rimodulare le richieste in modo che non siano troppo onerose per i più piccoli/e.

– è auspicabile la continuità dei rapporti con i compagni/e di classe oltre che con le insegnanti. Le lezioni virtuali hanno un valore enorme, per loro è un momento di socializzazione.

– inoltre, visto che è consentito, è importante fare uscire e correre all’aria aperta i bambini/e un paio di volte al giorno.

– è bene trovare il tempo per fare un fuori-programma, vedere un film tutti insieme, un gioco da tavola, una torta golosa. È importante valorizzare le cose migliori che esistono anche nei momenti di dolore.

Un piccolo esercizio, ad esempio, per allontanare i pensieri di paura, ansia, rabbia o angosce molto forti che inquinano la serenità del bambino/a potrebbe essere visualizzare con lui/lei un palloncino a cui legare una per una le emozioni pesanti che rendono difficile il dormire o la giornata e chiedergli di immaginare di farlo volare. Lasciare che il palloncino voli nel cielo con tutte le preoccupazioni, facendogli immaginare il momento passo per passo, visualizzandone il colore e la forma.

Questo esercizio semplice vi permetterà di scoprire qualcos’altro delle paure del vostro bambino/a consentendovi un’intimità emotiva maggiore.

«Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso sistemare le vele in modo da raggiungere sempre la mia destinazione». Jimmy Dean

Nel prossimo articolo risponderemo alla domanda: La famiglia in emergenza: riflessioni per la gestione del conflittoAl prossimo articolo!

Ricordiamo che è possibile contattare le psicologhe per un colloquio individuale oppure suggerire degli argomenti da approfondire e su cui realizzare altri articoli.


I suggerimenti di oggi sono a cura di:

Dott.ssa Alessandra Celentano

Psicologa dello Sportello d’ascolto dell’I. C. Casalotti – Roma | Progetto Patti d’Impatto

 

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PILLOLE DI PSICOLOGIA PER GENITORI IN QUARANTENA, a cura delle psicologhe coinvolte nel Progetto “Patti di Impatto”, vuole essere un invito alla riflessione per genitori e insegnanti sul momento che stiamo vivendo. Uno spazio dove è possibile ritrovare la descrizione di stati d’animo vissuti in questo momento faticoso e qualche suggerimento su come organizzare al meglio il tempo in casa.

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