Verso la conclusione del progetto Kirikù: il punto di vista di Fondazione Bracco

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Tra poche settimane si concluderà il progetto Kiriku – A scuola di inclusione, avviato nel 2018 per creare a Baranzate, comune alle porte di Milano, una comunità educante attraverso l’arricchimento dei servizi educativi e sanitari, l’ampliamento delle opportunità di apprendimento informale e il coinvolgimento di tutta la comunità nella cura delle famiglie più fragili.

Abbiamo quindi chiesto ai due partner di progetto di raccontare il loro punto di vista su questi tre anni di lavoro. Iniziamo con Fondazione Bracco attraverso le parole del Segretario Generale Gaela Bernini e della Manager Comunicazione e PM Kiriku Cecilia Soldano.

Il ruolo di Fondazione Bracco. L’impegno per i territori fragili è per Fondazione Bracco una priorità: la povertà di risorse genera profonde disuguaglianze economico-sociali. Nell’ambito del progetto Kiriku, Fondazione Bracco, oltre a contribuire al disegno progettuale complessivo, ha coinvolto partner culturali di alto profilo, come il Museo Poldi Pezzoli di Milano, Accademia Teatro alla Scala e Redooc per l’apprendimento della matematica, con cui è stata definita insieme alle scuole l’offerta didattica, con un approccio metodologico inclusivo, fondato sui linguaggi universali. Nell’ambito della comunicazione del progetto, oltre all’attività continuativa sul blog e sugli altri  canali digitali, ha costruito occasioni di divulgazione e valorizzazione rivolte a un pubblico non locale, tra cui la mostra fotografica “Tutte le ore del mondo. Ritratti di accoglienza, relazione e cura nella Baranzate multietnica”, le presentazioni pubbliche dei primi risultati di progetto a luglio 2019, nell’ambito della conferenza nazionale “Dieci, Cento, Mille Centri” e a novembre 2019, nel contesto della Settimana della Cultura di Confindustria.

Le aspettative iniziali e i risultati finali. Sul fronte della salute, il progetto “Kiriku – A scuola di inclusione” ci ha permesso di sviluppare quanto avviato nel 2016 con l’ambulatorio di pediatria. L’aspettativa di Fondazione Bracco era di poter consolidare il presidio sanitario, rendendolo riconoscibile per la comunità di Baranzate e insieme di poter divulgare in modo più ampio e diffuso la cultura sanitaria, riuscendo a rispondere meglio ai bisogni specifici. Nonostante la pandemia, il servizio sanitario è rimasto attivo, riuscendo a impostare una logica di continuità nella cura, che ci auguriamo permanga a conclusione del progetto. Sul fronte dell’offerta culturale, il lavoro che ha coinvolto i partner in sinergia con le scuole è stato estremamente positivo, nonostante vi sia stato un necessario ripensamento o rallentamento di alcune attività per conciliarle con il periodo di pandemia. L’emergenza ha messo in luce il tema dell’alfabetizzazione digitale, che non era stato pensato come centrale in fase di costruzione del progetto ma che oggi richiede una riflessione, anche a seguito dell’avvento della didattica a distanza. Oltre all’oggettiva difficoltà data dall’età dei bambini, a Baranzate vi sono elementi aggiuntivi da tenere presenti, come la povertà di device e connessioni, oltre che il limite, spesso riscontrato, di un affiancamento non efficace da parte dei genitori.

Nuove competenze interne all’organizzazione acquisite con il progetto. Attraverso il progetto Kiriku, Fondazione Bracco da una parte ha migliorato le sue conoscenze sugli strumenti di contrasto alla povertà educativa, avviando un dialogo con enti del terzo settore, insegnanti e operatori, dall’altra ha acquisito una comprensione più profonda dei bisogni della comunità di Baranzate. Il ruolo della Fondazione all’interno della comunità educante si è confermata come promotore di un welfare complementare. La pandemia ha comportato uno sforzo di riprogettazione, che ha coinvolto soprattutto gli operatori sul territorio, ma che Fondazione Bracco ha colto come occasione di riflessione, per collocare l’intervento a Baranzate in dialogo con diverse progettualità attivate da Fondazione nell’ambito della formazione dei più giovani. Il confronto con Con i bambini ha permesso inoltre di avere uno sguardo su altre iniziative e sperimentazioni.

Come si posiziona il progetto all’interno delle attività della fondazione? Fondazione Bracco ha costruito nel tempo un ampio intervento per le periferie urbane, da una parte avviando il ciclo delle conferenze nazionali “Dieci, Cento, Mille Centri” che alimentano il dibattito attraverso scambi di buone pratiche tra territori, dall’altra strutturando dal 2016 un progetto integrato a Baranzate, al fianco dell’Associazione La Rotonda, che poggia su tre assi principali di attività: la lotta contro la povertà educativa, con il progetto “Kiriku – A scuola di inclusione”; l’inclusione sociale tramite il lavoro, con la sartoria sociale “Fiori all’Occhiello”; e un impegno per la promozione della salute, offrendo un servizio gratuito di pediatria e di prevenzione medica per le donne in collaborazione con il CDI – Centro Diagnostico Italiano. Ultimo tassello di questo intervento è l’apertura, nel 2021, dello spazio InOltre: un hub solidale di servizi per l’hinterland milanese che, oltre ad accogliere la sartoria Fiori all’Occhiello e le attività dell’Associazione La Rotonda, si propone come centro di produzione culturale, che contribuirà a contrastare la povertà educativa.

 

 

 

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