Cogliere le sfide del “lockdown”: dimostrare la resilienza con iniziative che non si fermano
di Salesiani per il sociale
La scuola è stata la prima a fermarsi, prima dei negozi, prima degli uffici e delle fabbriche. Ricordo che c’è stato smarrimento, perché la scuola è il luogo delle relazioni per eccellenza, è l’anticamera della società. Si iniziò a parlare di didattica a distanza, di piattaforme, di una nuova organizzazione; ma sul proseguimento del progetto restavano molte incognite. Per fortuna l’interlocuzione dell’APS Salesiani per il Sociale con l’Impresa Sociale Con i Bambini fu rapida e chiara: bisognava cogliere la sfida e dimostrare con i fatti il carattere resiliente che si voleva infondere ai destinatari del progetto. Anche così si fa scuola.
All’inizio, però, saltarono fuori soltanto le difficoltà del nostro territorio: le carenze formative sugli strumenti digitali, la ridotta disponibilità di connessioni e device nelle famiglie e tutte le difficoltà connesse ad una riorganizzazione di attività, didattiche e non, che prima facevano leva sulle relazioni e che andavano completamente ridisegnate, lasciando da parte l’amara scoperta del digital divide in Calabria e del tempo perso negli scorsi anni. Se avessimo lasciato un vuoto nei ragazzi, tuttavia, avremmo aggravato il danno del lockdown; o forse era tempo di ammettere che non sono gli adulti a poter insegnare qualcosa in questo periodo storico, ma i ragazzi, già perfettamente a proprio agio con la tecnologia, rispetto a noi adulti che goffamente l’inseguiamo. Qualunque sia il punto di vista adottato, su una cosa eravamo tutti d’accordo, operatori, animatori, educatori e docenti: trasformare la difficoltà in opportunità.
E così in dieci giorni il Preside dell’istituto partner “Bello-Pedullà” di Siderno riesce a dotare di tablet i ragazzi che ne erano sprovvisti, mentre il Liceo Linguistico “Mazzini” di Locri, anch’esso partner del progetto, realizza un video che dedica a Milano, il quale riceve anche un apprezzamento pubblico della Ministra Azzolina. Il Centro Giovanile della Casa Salesiana “San Giovanni Bosco” di Locri, responsabile locale del progetto, scopre un’altra frontiera relazionale con i propri giovani: l’etere, il bit, il web, che usa come mani fatte di fili ed elettricità per giungere ai ragazzi nelle loro case. Iniziano pomeriggi di giochi, enigmi e attività, ma occorre dare una organizzazione più strutturata, e allora il laboratorio di potenziamento del ruolo dei docenti si fa su weschool, con moduli composti da dispense ed esercitazioni, nonché da videolezioni settimanali. Anche il laboratorio extrascolastico prosegue: troppo forte il legame creato con i ragazzi per sopportare mesi di lontananza, troppo importante non interrompere il mood instaurato: gli animatori si rendono disponibili ad assistere, guidare e animare classi virtuali dei destinatari delle scuole partner, ma anche sessioni one-to-one su richiesta dei ragazzi, privilegiando l’ascolto alla compilazione dei compiti tout court, dato il momento di stress che stanno attraversando le famiglie. Attraverso un tam tam di email e di telefonate tra i partecipanti al Contratto Educativo predisposto proprio poche settimane prima, inoltre, si attiva un team informale che apre i cassetti digitali dei propri pc e dei propri siti e condivide un piccolo tesoro di strumenti digitali, consigli su piattaforme, app dedicate, educational games e altre risorse educative digitali. Per i docenti è il CNOS FAP che mette a disposizione alcuni studi, guide, manuali e lezioni che vanno dall’uso dei tablet nella didattica al corretto approccio ai disturbi di apprendimento. Anche l’associazione “Distretto Solidale” e il Centro Culturale per l’Educazione Permanente di Locri rispondono all’appello con cd di esercizi e app educative. Raccolto il materiale, viene deciso di metterlo su cloud per la libera consultazione ed il download da parte degli istituti partner e dei docenti. È stato un piccolo test sul funzionamento della Rete Territoriale andato a buon fine.
Ma la cosa più importante adesso è non perdere di vista i bambini e i ragazzi del progetto, i loro interessi, la loro fiducia; è importante, quindi, agire nel loro territorio e lo stiamo facendo con il laboratorio di saperi digitali, che si presta ottimamente, ancorché ridisegnato dal lockdown, a liberare la creatività dei giovani: è stato lanciato infatti un contest che settimanalmente raccoglierà i video realizzati tramite smartphones su specifici temi di volta in volta introdotti dagli animatori. L’Equipe di Progetto ha lasciato aperto un canale di comunicazione con gli istituti partner per seguirne gli sviluppi in termini organizzativi e per allinearsi alle scelte della strumentazione e di modalità di fruizione della didattica. Tutto è ancora in divenire, niente è scontato, ma forse accettare un certo grado di incertezza sul futuro è soltanto l’ennesima lezione che questa emergenza ci sta insegnando. La più importante.
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