Monitoraggio a più dimensioni
di lenuvole
E’ il 4 giugno. A Napoli piove come se fosse autunno, e invece l’estate è alle porte. In un’aula del Policlinico II dell’Università Federico II, al tavolo di lavoro c’è l’equipe di coordinamento e, soprattutto, ci sono gli esperti di Human Foundation – soggetto incaricato del monitoraggio e della valutazione di impatto di Arteteca – e i referenti della Scuola di specializzazione in Pediatria, partner affidatario dell’azione di screening pediatrico dedicato ai piccoli frequentatori delle ludoteche museali, guidati dal prof. Alfredo Guarino e dalla dott.a Isabella Continisio.
A settembre arriveranno finalmente i bambini, negli spazi Arteteca. E settembre arriverà presto. In questa fase preparatoria, serve quindi mettere a punto il sistema di monitoraggio, facendo in modo che sia pronto a rilevare il “momento zero” del progetto, la situazione di partenza, quella in cui i bambini e le famiglie si trovano oggi, prima che le azioni previste intervengano in qualche modo nelle loro vite, migliorandone la qualità educativa e complessiva.
Capire cosa misurare e come, non è semplice. I bambini non sono cavie da laboratorio; sono immersi in molteplici sistemi complessi in cui e con cui interagiscono. C’è la famiglia (nel bene e nel male); c’è (non sempre) la scuola; c’è il territorio, con il suo contraddittorio panorama di opportunità e di minacce.
Arteteca però ha fatto una scelta, precisa e ambiziosa, sin dalla prima formulazione dell’idea progettuale. Volevamo costruire ed evidenziare il rapporto strettissimo tra contrasto alla povertà educativa e stato di salute – nel senso pieno del termine – dei bambini coinvolti. Per farlo, abbiamo cercato due partner differenti ed autorevoli: Human Foundation e la Scuola che forma i pediatri della Federico II: insieme a Padova, la più grande d’Italia.
Quattro ore di lavoro comune per arrivare ad una sintesi operativa di quello che il progetto prevedeva su carta e dei precedenti scambi tra i partner sull’argomento. Decidiamo che il primo mese di attività delle ludoteche museali, a Napoli come a Santa Maria Capua Vetere, vedrà un incontro strutturato con i bambini e con i loro genitori, in cui gli specializzandi della Scuola visiteranno ciascuno dei piccoli destinatari e rileveranno dati importanti sulla loro salute, intervistando i genitori. Allo stesso incontro parteciperanno gli operatori delle due ludoteche museali per raccogliere altre informazioni rilevanti per la struttura di monitoraggio e valutazione implementata da Human Foundation, che nel frattempo li avrà opportunamente formati già a partire dal mese di luglio.
A partire da ottobre, in questo modo, l’equipe multidisciplinare di progetto conoscerà i bambini che incontrerà nei musei ogni pomeriggio, su di un piano multidimensionale. Sapremo delle loro abitudini alimentari – e di eventuali casi di obesità – e sportive; se e quanto restano davanti alla tv o utilizzano new media; se sono vaccinati e come si rapportano ai farmaci e agli antibiotici in particolare; qual è il loro stadio di crescita motoria e linguistica. Incroceremo questi elementi con altre informazioni: reddito e criticità familiari. E’ così che per ogni bambino, potremo sviluppare un Progetto Educativo Individualizzato, coinvolgendolo – sulla base di obiettivi progressivi – in attività maggiormente legate all’espressività, alla motricità o alla creatività e alla manipolazione. L’impatto della frequentazione di uno o più dei laboratori attivi nelle ludoteche museali Arteteca verrà registrato ogni sei mesi e, a fine progetto, ad uno e a due anni di distanza dalla conclusione delle attività.
Sono queste le premesse e la dinamica di un lavoro con i bambini condotto da punti di vista scientifici differenti ma complementari: medicina, psicologia, sociologia, economia. Un lavoro che, intervenendo su più di 200 bambini in due anni, ci restituirà conclusioni generali e replicabili con altri bambini e – speriamo – in altre ludoteche museali che nel frattempo avranno aderito al label Arteteca.
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