Specchio, immagine e adolescenti.

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Abbiamo visto nell’articolo precedente che quando inizia il cambiamento nell’adolescente, esso interessa più livelli: quello cerebrale di cui abbiamo già parlato, quello fisico, emotivo e anche spirituale. Con la pubertà o età dello sviluppo che inizia a 10 anni e finisce verso i 20 anni circa (quello fisico!), avviene una trasformazione che interessa tutto il corpo e in particolare gli organi sessuali maschili e femminili. L’evento più significativo è la comparsa del primo ciclo mestruale nella ragazza e la produzione di sperma nel ragazzo. Per l’adolescente inizia un nuovo modo di relazionarsi con il mondo ed il corpo ne è il protagonista.

Finché era un bambino lo specchio era un oggetto non particolarmente importante, ma ora diventa uno strumento indispensabile per studiare e osservare ogni piccolo cambiamento, per monitorare brufoli e peluria che fino a ieri non avevano abitato quel corpo, ecc. Il corpo è ciò che tutti vedono e grazie allo specchio l’adolescente ne ha il controllo. È assai frequente che l’adolescente non si riconosca nell’immagine riflessa, infatti può essere percepita lontana da come si sente o vorrebbe essere. Per le ragazze accade che lo sviluppo sia così veloce ed evidente da creare disagio nella relazione con i pari come, al contrario, la ragazza che a tredici anni non si è ancora sviluppata spera che nessuno la guardi e talvolta cerca di auto-escludersi dal gruppo perché si sente diversa. Stessa cosa accade per i ragazzi quando si vedono troppo sviluppati o poco sviluppati rispetto ai coetanei.

Quando questi cambiamenti vengono vissuti senza il supporto di genitori e amici, la pubertà può diventare un vero e proprio inferno vissuto tra atteggiamenti di controllo e atteggiamenti di rifiuto del proprio corpo. Ne danno conferma i numerosi casi di anoressia e bulimia che si contano tra i giovanissimi, oppure la corsa ad allenamenti massacranti in palestra per inseguire modelli non reali proposti dai social. Tanti sono i fattori che possono creare un tale disagio, che talvolta può sfociale in vera e propria malattia, tra questi sicuramente c’è una scarsa stima di sé, poco contatto con le proprie emozioni, solitudine, vuoti affettivi da riempire con altri vuoti!

Cosa fare?
Ancora una volta la presenza e la consapevolezza del genitore è determinante. Negare il problema è un
modo per fuggire dalla realtà. Abbiamo già detto che gli adolescenti non sopportano l’ipocrisia, quindi sta a noi metterci in discussione e farci aiutare lì dove non sappiamo come intervenire.

Infine, non dimentichiamo che questo è il periodo in cui i nostri ragazzi cercano di superare da soli le
difficoltà ma spesso non riescono, quindi dobbiamo essere attenti e preparati nel cogliere il disagio e stare
accanto a loro senza giudizio e con amore. Le dinamiche qui sopra riportate sono le stesse che abbiamo vissuto anche noi genitori quando eravamo adolescenti, ma in un contesto assolutamente diverso. La società in cui vivono i nostri figli oggi è basata sul benessere, è una società liquida in cui tutto cambia rapidamente, perché la tecnologia rende tutto più veloce, virtuale, individualista e inafferrabile. La nostra è una società complicata che richiede maggior preparazione e presenza.

Ci vediamo nel prossimo articolo per approfondire l’aspetto emozionale nell’adolescente.

Un caro saluto a tutti.
Paola Rizzo

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“Genitori pro & contro” rubrica del Progetto T.E.R.R.A. a cura di Paola Rizzo.
Mamma di tre bambini di 13, 10 e 6 anni.
Educatrice fascia “infanzia” e Consulente Familiare.

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