Libri di scuola, bambine e discriminazioni
di centriantiviolenzaemma
Marco gioca al parco, Giulia in casa. Marco è avventuroso, Giulia paurosa.
Sono così i protagonisti di tante delle storie raccontate nei testi per la scuola dell’infanzia. Storie che riproducono stereotipi di genere e ingabbiano bambini e bambine nel loro percorso di formazione. Dati alla mano, lo ha sostenuto Irene Biemmi la ricercatrice e pedagogista dell’Università di Firenze che ha analizzato i libri di lettura di quarta elementare di 10 importanti case editrici italiane.
Il 59 per cento delle storie ha per protagonista un maschio, quelle con una protagonista femminile sono il 37 per cento, condividono il ruolo solo nel restante 4 per cento. Per ogni dieci protagoniste femmine ci sono sedici maschi. Una raffigurazione dei due generi ben poco paritaria.
(Biemmi Irene, Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari, Rosenberg & Sellier, Torino, 2010)
Molto diversi anche gli spazi in cui si svolge la vicenda a seconda del protagonista. Se è una bambina o una donna tendenzialmente è ambientata in spazi chiusi: ad esempio una stanza di casa. Quelle con protagonisti maschi sono ambientate invece in spazi aperti: uffici, luoghi pubblici, mezzi di trasporto.
Solo il 30 per cento delle storie con protagoniste femminili si svolge in spazi aperti ma ben delimitati: in giardino, sul balcone, nel parco vicino a casa. Mentre i maschi spaziano tra isole, foreste, deserti.
Gli spazi chiusi vengono presentati più sicuri per le bambine mentre, ha ricordato Irene Biemmi, è tra le mura di casa che si consuma la maggior parte della violenza di genere.
(Biemmi Irene, Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari, Rosenberg & Sellier, Torino, 2010)
La pedagogista ha condiviso le sue ricerche con le operatrici dei centri Antiviolenza di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta presenti al quarto modulo di formazione del progetto S.O.S. Sostegno Orfani Speciali.
Al centro della riflessione il ruolo della scuola dell’infanzia nella reiterazione di stereotipi di genere e il possibile cambiamento.
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