Parola d’ordine: consapevolezza!

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Nelle scorse settimane i ragazzi del board del Social Day di Bassano del Grappa hanno avuto la possibilità di partecipare ad un incontro su tematiche ambientali organizzato dai presidii di Libera nell’Altopiano, nel quale hanno dialogato con don Luigi Ciotti, creatore e fondatore di Libera, associazione nata quattro mesi dopo la strage di Capaci. Entusiasti dello scambio, ce lo raccontano..

L’incontro si è aperto con la presentazione di alcuni membri di Libera, che hanno colto l’occasione per esporre dei punti cruciali su cui l’associazione tenta di intervenire, in particolare sul tema ambientale. Al tema ecologico si è collegato anche il discorso di don Ciotti, che, sempre sottolineando l’aspetto della criminalità organizzata, ha citato solo alcuni dei problemi che hanno colpito il territorio veneto in questi anni; le parole di don Ciotti non sono quindi rivolte solo alla mafia, ma a qualcosa di molto più profondo: la consapevolezza e l’impegno civile che deve esserci soprattutto in noi ragazzi per poter portare dei reali cambiamenti. Le sue parole sono diventate un chiaro elogio alla cultura; portandoci un simbolico esempio dice che proprio nelle nostre montagne esiste un rifugio che porta da anni la bandiera di Libera ed ha al suo interno un’ampia libreria. Libri, simbolo di conoscenza, dai quali studiamo il passato per poter capire come affrontare il presente.

Afferma così che prima fra tutte, c’è la necessità di cittadini responsabili, “siamo troppo intermittenti” asserisce, “C’è bisogno della cultura a darci la sveglia”. Don Ciotti si rivolge in primis a noi giovani: dobbiamo contrastare l’individualismo e promuovere la solidarietà. Infatti, la stessa Libera non è da considerarsi una semplice associazione. Essa è un coordinamento di associazioni. Queste sono le più disparate, Legambiente, Agesci, chiesa Valdese e allo stesso tempo chiesa Episcopale, e molte altre. Queste, però, si fondono tra loro, perché legate dalle stesse radici tragiche e soprattutto poichè finalizzate allo stesso scopo, quello di favorire la coscienza e la consapevolezza. La mafia è il simbolo della corruzione che sta travolgendo questa Italia “ incattivita” e si sta espandendo, prendendo le forme più disparate, non esiste infatti una regione che possa essere considerata esente, per questo deve essere affrontata da tutti. Non possiamo più affidarci esclusivamente ai vertici del nostro Stato: dobbiamo muoverci e diventare delle fastidiose “spine nel fianco”. Mafia e ambiente, natura e uomo, un binomio indissolubile; don Ciotti parla di crisi socio-ambientale perché abbiamo iniziato a tralasciare i diritti della natura ormai anni fa e le conseguenze si stanno dimostrando devastanti; ma la cosa più grave è che questo fenomeno sta accadendo contemporaneamente ad una impensabile perdita di diritti umani. E’ tutto collegato, abbiamo iniziato a perdere la nostra umanità prima nei confronti delle piante e dei mari, poi nei confronti degli uomini.

Don Ciotti non manca di citare il tema dell’immigrazione e viene da chiedersi fino a che punto noi possiamo considerarci “puliti”, fino a che punto arrivano le nostre responsabilità? Di fronte ad una persona come don Ciotti non possiamo che sentirci obbligati ad agire e lui stesso ripone in noi la speranza di poter sanare questo mondo, o questa Italia che abbonda di disuguaglianze. La lotta civile parte da noi. “Si può uccidere un uomo, ma non le sue idee”

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