RIPARTIRE a (quasi) un anno di distanza

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Guardarsi indietro e tirare le somme di quanto siamo riusciti a realizzare a un anno di distanza

A fine aprile si conclude il primo anno di progetto. E’ naturale quindi guardare indietro e tirare le somme di quanto, come partenariato, siamo riusciti a realizzare nonostante tutte le difficoltà legate alla pandemia. Potremmo raccontarvelo in maniera semplice e veloce attraverso un elenco di quanto fatto sino ad ora: formazione di operatori e docenti sulle metodologie di progetto, percorsi laboratoriali sulla democrazia a scuola e sul monitoraggio civico, percorsi di bilancio partecipativocostituzione di gruppi operativi locali, elaborazione di un kit metodologico e di profili di comunità, lancio di una survey sulla partecipazione, elaborazione di dataset territorialiavvio di un corso di cittadinanza digitale e produzione dei relativi materiali didattici, creazione di una community online di progetto per docenti e studenti 

Ma preferiamo raccontarvi questo primo anno attraverso l’impegno di chi, dietro a questo elenco – partner e scuole, educatori ed educatrici, docenti, genitori, studenti e studentesse –  ha deciso di mettersi in gioco. Educatori, docenti e giovani hanno dimostrato una particolare dedizione al progetto, adattandosi continuamente ai cambi di organizzazione scolastica legati alle misure di prevenzione della pandemia e integrando il programma di RIPARTIRE all’interno dell’attività didattica. Hanno dato un senso ad un progetto pensato in presenza, ma portato avanti a distanza. Tutto il partenariato ha costantemente monitorato e adeguato le metodologie al fine di preservare quanto più possibile la relazione educativa, e il senso di quello che si stava facendo, mantenendo la visione di lungo termine degli obiettivi da raggiungere.  

“E’ stato molto bello per me vedere l’interesse con cui molti docenti hanno partecipato alle attività proposte e ho partecipato attivamente all’organizzazione delle attività dei gruppi operativi locali. Credo che il contributo di questi gruppi composti da genitori, educatori, personale Ata, studenti e studentesse sia stato fondamentale per portare avanti, se non tutte, alcune attività e garantire il coinvolgimento di altri docenti e giovani, in particolare nei percorsi di bilancio partecipativo” (Cosimo Chiesa, Project Manager ActionAid Italia).

Non possiamo, dunque, che dirci soddisfatti dei risultati finora raggiunti e non possiamo che guardare al futuro con la speranza, a settembre, di tornare (fisicamente) nelle scuole e incontrare di persona giovani e docenti coinvolti nel progetto.

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