RIPARTIRE dall’ascolto e dalla partecipazione efficace

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L’immagine di Salvatore Ventura tratta da Unsplash

Transparency International Italia partecipa al progetto RIPARTIRE come organizzazione, esperta di cittadinanza attiva, advocacy e democrazia partecipativa. In particolare, Transparency International Italia è responsabile di due attività: una che mette in contatto scuola e mondo aziendale e un’altra che mette la scuola al centro del proprio territorio, affinché sia generatrice di raccomandazioni specifiche per rendere i giovani sempre più protagonisti del proprio futuro e veri leader democratici. Quest’ultima attività sarà gestita e realizzata grazie all’esperta di educazione di Transparency International Italia, Chiara Paganuzzi, in cinque scuole superiori secondarie italiane con un approccio molto innovativo: attraverso il whole school approach.

Il whole school approach: una metodologia innovativa

Il whole school approach è una metodologia di lavoro che abbiamo scelto per ampliare gli spazi di democrazia e di partecipazione nella scuola, perché l’ampliamento della partecipazione e degli spazi democratici, all’interno di una comunità scolastica, sono uno strumento chiave per contrastare l’emarginazione e la povertà educativa. Si tratta di un’azione coesa e collaborativa, che impegna la comunità ad agire in modo strategico e continuativo nel migliorare l’apprendimento, ma anche il comportamento e il benessere degli studenti. L’obbiettivo è garantire un’istruzione di qualità che sia inclusiva ed equa, e promuovere il successo scolastico di tutti i ragazzi e le ragazze.

Il whole school approach è un metodo integrato, che vede il coinvolgimento di tutti gli attori della comunità scolastica e della comunità educante: gli studenti, protagonisti del percorso educativo, ma anche i docenti, il personale amministrativo della scuola, i dirigenti, le famiglie e, non ultimo, gli attori del territorio. Inoltre, è una metodologia che incoraggia la collaborazione con gli stakeholder e gli attori del territorio, affinché la scuola possa aprirsi e diventare una finestra su un mondo, con cui collabora in modo importante per il successo formativo dei ragazzi. È una metodologia che richiede un cambiamento sistemico: insieme a tutti gli attori menzionati precedentemente bisogna ripensare in modo partecipativo l’intera comunità scolastica.

Negli ultimi dieci anni la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa hanno ampiamente utilizzato questa metodologia, soprattutto a favore dell’inclusione, per contrastare atti e fenomeni di violenza e di bullismo. Il whole school approach è una strategia cruciale per contrastare l’emarginazione e favorire un’istruzione di qualità per tutti.

Il periodo di emergenza e le scuole

Il periodo di emergenza è difficilissimo per le scuole ed è un momento critico non solo per chi vi lavora, ma anche per chi ne beneficia, cioè studenti e le studentesse. Si è ampiamente parlato di un divario digitale, di un divario delle disuguaglianze, che si è acuito enormemente, soprattutto con la didattica a distanza. La didattica a distanza è il primo elemento di criticità: non sempre viene sviluppata in modo efficace, perché si avvale di strumenti con cui non tutti gli insegnanti del nostro paese erano familiari. In aggiunta, siamo spesso di fronte a un fenomeno di emotional divide, perché viviamo in condizioni difficili di emergenza normativa e sanitaria. Ci sono studenti che rispondono in modo più resiliente, mentre altri che fanno molta più fatica: si creano quindi dei divari emotivi rispetto a una situazione molto complessa.

Per superare ciò dobbiamo partire rafforzando i diritti umani. Il 20 novembre del 1989, 31 anni fa, è stata adottata la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, un importantissimo documento giuridico internazionale, che riconosce l’ascolto e la partecipazione non solo come il cuore di un’azione educativa, ma anche come veri e propri diritti umani. “Mi piace pensare, anche, che sì, siamo in un momento di grandissima crisi per la scuola, ma una crisi può anche essere sempre un’opportunità. E allora noi, come organizzazione, come operatori della scuola e dell’educazione, amiamo incoraggiare a ricominciare a ripartire sempre dall’ascolto e dalla partecipazione. Proprio grazie a strumenti, le tecnologie, che facilitano moltissimo la partecipazione. Un ampio momento difficile, come quello che stiamo vivendo, può diventare un momento di una grande opportunità per sperimentare nuove strategie didattiche, nuove modalità di ascolto e di partecipazione. “ – dichiara Chiara Paganuzzi, esperta di educazione di Transparency International Italia.

 

Impatto e valori che vogliamo trasmettere con il progetto RIPARTIRE

Il primo impatto che ci aspettiamo di avere riguarda l’ampliamento degli spazi democratici della scuola. L’obiettivo che vogliamo raggiungere è che le comunità scolastiche diventino luoghi dove i valori, quali la democrazia e diritti umani, non solo sono insegnati all’interno delle classi, ma siano esperiti all’interno della comunità a tutti i livelli e da parte di tutti e che diventino valori che i ragazzi vivono e respirano nelle loro relazioni quotidiane, educative ed emotive. In più, ci aspettiamo che le cinque scuole coinvolte possano ripensare la governance della scuola. Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi: vogliamo coinvolgere i ragazzi e dare loro più spazio, più voce anche in ambiti in cui solitamente non vengono coinvolti.

In conclusione, partiamo dall’ascolto e dalla partecipazione efficace, non formale, come strumento per una rimotivazione allo studio e per un ripensamento della comunità scolastica.

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