Laboratorio fotografico, la parola ai ragazzi

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I ragazzi di Ri-Belli alle prese con la prima escursione del laboratorio fotografico

“Per me, scattare una foto, è il modo migliore per esprimermi e comunicare. E, con la macchina fotografica, ho l’occasione di fare ciò che mi piace di più”.

Così Favour descrive il Laboratorio Fotografico di Ri-Belli cui partecipa insieme ad altri 18 ragazzi che vivono tra Ragusa e la fascia trasformata dell’area di Marina di Acate.

“Ogni giorno – prosegue – vediamo cose meravigliose, come il sole che “cade” nel mare, ma non ne cogliamo la bellezza. La foto ci consente di pensare, e soprattutto memorizzare, lo splendore che è intorno a noi, e di cui, altrimenti, rischiamo di non accorgersi. E che, molto spesso, si nasconde nelle cose semplici”.

Nei giorni scorsi, i ragazzi hanno attivato la “prima” escursione, dopo una serie di incontri teorici che hanno consentito loro di apprendere le prime tecniche per una foto professionale. Ma, al di là della tecnica, è il “gruppo” che si sta cementando e, in particolare, imparando a camminare insieme.

“Il laboratorio è molto bello e divertente – sottolinea Esaak – pieno di ragazzi con cui stiamo divertendoci insieme. E poi mi piace il fatto di aver scoperto come, grazie alla fotografia, puoi vedere una cosa, un volto, o un ambiente, più piccolo o più grande, a seconda della posizione. A me, in particolare, piace fotografare le mani e la natura, in generale”.

“A me – riprende Kehinde – piace molto osservare le linee. Quando fai una foto, infatti, non vedi bene quello che succede. Ma quando la riguardi, più volte, ti accorgi che trovi molto di più di quello che volevi scattare inizialmente.

Fortress e Taiwo, invece, si concentrano sui soggetti: “è molto bello fare le foto, perchè sia gli ambienti che le persone, in particolare se in movimento, sono molto interessanti”.

A Rimel, invece, colpiscono, in particolare, le luci “e soprattutto – spiega – la controluce. Perchè, quando fotografi, tutto acquista un senso diverso, anche se prima quel senso non c’era. Ad esempio, anche il rifiuto, può diventare qualcosa di bello, se inserito in una fotografia. E’ chiaro, per me è molto più bello scattare una foto con il sole, il mare o il cielo, magari in contrasto tra loro. Il laboratorio ci insegna tutto questo, ma soprattutto ci fa stare insieme e vedere posti nuovi. E questo è particolarmente piacevole”.

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