Ri-Belli, voglia di imparare crescendo

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Foto di cottonbro da Pexels

Entusiasmo e voglia di imparare, ma soprattutto, di crescere insieme. Rosangela Puglisi, mediatrice di Lingua Araba operativa nell’equipe di Ri-Belli attiva nell’istituto Psaumide di Camarina a Santa Croce Camerina, ci racconta il primo periodo di iniziative all’interno della scuola.

“La situazione, nell’istituto scolastico di Santa Croce Camerina, procede a gonfie vele. Del resto, ormai, abbiamo ricevuto il 90% di consensi da parte dei genitori, rispetto ai ragazzi che ci erano stati segnalati.

Tra le tante storie che, nell’attività quotidiana, stiamo imparando a conoscere e a vivere, voglio sottolineare l’inserimento di una bambina di origine tunisina, in una prima elementare dell’istituto.

Anche perchè, in questo caso, ho partecipato, attivamente, fin da subito, in collaborazione con la vicepreside dell’istituto che mi aveva convocato per parlare con i genitori della bimba, all’accoglienza all’interno della classe.

In sole quattro settimane di lavoro, abbiamo già ottenuto ottimi risultati; ciò è dovuto, soprattutto, al fatto che la bimba, oltre ad essere molto intelligente, segue con entusiasmo, ha voglia di fare e di imparare. Quando ciò accade, l’attività diventa molto gratificante per tutti e i risultati si vedono.

Per quanto riguarda le scuole medie, invece, ho avuto un’ottima esperienza in terza media, dove ho trovato tre ragazze, anche loro con tanta voglia di imparare e conoscere.

Sono arrivate in Italia circa due anni fa, però non hanno potuto seguire la scuola in modo assiduo perchè, durante l’anno, andavano per lunghi periodi in Tunisia, perdendo così quanto già imparato.

Ora le sto aiutando con la tesina, stiamo scegliendo gli argomenti, e, nonostante qualche difficoltà nell’esposizione orale, ovvia, stiamo lavorando insieme con ottimi risultati.

Il loro percorso sarà adeguato alle loro conoscenze, ma, ne sono certa, molto interessante e articolato.

Tra le cose che mi hanno colpito di più, ad esempio, c’è questa: l’insegnante ha dato loro un libro di poesie con traduzione in lingua araba.

Come prima volta, ho scelto di leggere questo testo anche in arabo, per farle sentire coinvolte al 100% e per renderle protagoniste al contrario: ovvero, loro dovevano seguire me nella traduzione dall’arabo all’italiano, in un esercizio di reciprocità.

Erano davvero entusiaste e si percepiva, da parte loro, lo stupore da parte loro per il fatto che una ragazza italiana, la quale sapeva anche leggere l’arabo, veniva aiutata a conoscere e comprendere una lingua diversa, adattandola a quella parlata, leggermente diversa dalla lingua araba standard, in quanto ricca di locuzioni proprie della varietà dei dialetti Nordafricani. E’ stato veramente un bel momento”.

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