Attivato il Servizio di Home Visiting

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L’intervento a domicilio in ambito perinatale è una realtà di cui sempre di più si avverte il bisogno per tutte le situazioni di fragilità in cui può venirsi a trovare un neo-genitore. Il Progetto PRIMA intende rispondere al bisogno di sostenere famiglie in situazioni di povertà educativa, attraverso azioni mirate che si esplicano in specifiche attività di supporto e accompagnamento alla genitorialità, come raccomandato nelle Politiche per l’infanzia e la famiglia del Piano sociale dell’Abruzzo, che rileva il “bisogno di interventi di sostegno economico integrato a servizi di home visiting e di accompagnamento alla nascita per i neogenitori o per le madri in difficoltà” e delle “azioni per conciliare tempi di vita e di lavoro al fine di migliorare il benessere quotidiano di tutte le famiglie”.

Un intervento preventivo come l’Home Visiting interviene sulla competenza genitoriale, favorendo lo sviluppo di un legame di attaccamento sicuro nel bambino. Si cerca di evitare il cristallizzarsi dei pattern comportamentali e relazionali non adattivi che il bambino vive all’interno dell’ambiente familiare e che potrebbero influenzare negativamente il suo sviluppo, promuovendo la sua salute e il suo benessere, attraverso interventi di supporto e affiancamento del genitore.

L’operatore dell’Home visiting può quindi dare un supporto prezioso sia a livello emotivo che pragmatico, pertanto è fondamentale riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia già durante il primo incontro. A tal proposito riportiamo una breve testimonianza di Francesca Tommarelli, educatrice incaricata per il servizio di Home Visiting nella provincia di Teramo, nel suo primo giorno di servizio: «Prima di entrare in casa per la prima volta ero un pó in ansia, non sapendo quello che mi aspettava. Avevo paura di non essere accolta, di trovare resistenza. Mi ero prefissata di entrare in casa con rispetto e competenza, per accogliere e soprattutto non giudicare. Ho pensato come prima volta di parlare e ascoltare la mamma, di conoscerla ed entrare in sintonia con lei, di ascoltare la sua storia e trovare punti di contatto attraverso cui metterci in gioco».

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