Pillola #5: “Coronavirus e Fase 2: Come aiutare i bambini a gestire ansia e stress da ripartenza
di pattidimpatto
“Pillole di psicologia per genitori in quarantena”:
Pillola #5: Come aiutare i bambini a gestire
ansia e stress da ripartenza
Provare paura e ansia è molto comune in questo momento così particolare e destabilizzante. Da quando si è dato il via alla tanto attesa Fase 2 è possibile provare paura per la situazione attuale, ma anche per ciò che ci aspetta fuori dalle nostre case.
Ma cos’è esattamente la paura e perché la proviamo? Tornare al “prima” può creare ansia nei bambini, che strategie possiamo adottare per aiutarli e sostenerli in questo momento così complicato? Facciamo un po’ di chiarezza su ciò che sentiamo.
CHE COS’È L’ANSIA?
L’ansia è uno stato emotivo spiacevole ed è associato a sofferenza, in cui si percepisce l’irrequietezza, il presentimento di un pericolo imminente e l’incapacità a ritrovare la serenità.
L’ansia va considerata una normale componente della nostra vita psichica, che di base ci aiuta a reagire a situazioni esterne di pericolo o comunque di allarme, in pratica attiva i nostri sistemi di sopravvivenza. Immaginiamo un atleta prima di una gara o un bambino prima di una recita scolastica: l’ansia informa che ciò che si sta affrontando è importante, e quindi implica dei rischi, come perdere una gara dopo mesi di allenamento o fallire di fronte a un pubblico durante una recita.
Tutti i bambini hanno diritto a esperienze di ansia, soprattutto di fronte a qualcosa di grande che li ha sconvolti dal punto di vista delle abitudini e della routine.
Tanti sono i bambini che hanno vissuto l’emergenza covid-19 con paura e terrore per la loro sicurezza. Le manifestazioni tra di essi sono varie a seconda della loro età.
Intanto, per quanto paradossale, il ritorno seppure parziale agli impegni può essere vissuto con un certo timore, perché se per certi versi il lockdown è stato drammatico, dall’altro ci ha consentito una versione più intimista della nostra vita, diciamo così, che ci ha sganciato dai ritmi serrati per farci ritrovare rannicchiati con i nostri affetti e con il mondo chiuso fuori in una sorta di “sindrome da tana”.
Non è così strano che invece di scalpitare per uscire, si provi una certa agitazione all’idea di riaffrontare la realtà e di allentare l’intimità delle relazioni.
I bambini in questo periodo potrebbero sperimentare una certa ansia da separazione: dopo questo lungo periodo insieme ai genitori, che forse prima vedevano poco, possono ora provare disagio per un nuovo distacco.
I bambini posso provare anche paura per sé stessi, paura per i genitori che ora sono fuori casa in balìa di un pericolo (il contagio) di cui tanto hanno sentito parlare.
Quindi, se è vero che ora esiste la possibilità di uscire, questo coincide, in alcuni casi, con l’assenza del genitore. E la separazione, per alcuni, potrebbe non essere semplice. Ad esempio, oltre a manifestare ansia e agitazione, un bambino un tempo socievole potrebbe diventare appiccicoso e timido o scontroso con la baby sitter o ancora risentito e offeso con i genitori che lo lasciano dai nonni. Rendersi consapevoli che questo può accadere ci può aiutare a gestire meglio la situazione. Come possiamo aiutare i bambini?
- Ascoltare e rispettare i sentimenti dei bambini: è fondamentale capire i bisogni e il loro stato emotivo per poter supportare emotivamente e psicologicamente i bambini in questo momento accogliendo le loro paure e dando loro risposte adeguate. La paura e il disagio sono reali: non c’è motivo di sgridarli o di criticarli in questa fase di crescita. Piuttosto rinforziamo gli sforzi di separazione e non la paura.
- Fate capire loro come si sentono: questo aiuta a farli sentire compresi e ascoltati. Si può dire loro che li capiamo perché è normale a volte provare una specie di paura quando ci si allontana da mamma e papà, facendo notare loro che già in passato hanno affrontato e superato situazioni simili.
- Siate onesti ma non dite più del necessario: i bambini diventeranno ancora più ansiosi se non vi percepiranno sinceri. Dite loro quello che sapete e non sapete, con un linguaggio semplice e adatto alla loro età. Dare le informazioni è il modo migliore per tranquillizzarli e facilitare la comprensione di ciò che sta accadendo intorno a loro. Rassicurateli del fatto che sono al sicuro e protetti.
- Prevedete un piano per un distacco graduale: costruite una routine di saluto, collaborate con le persone che si prenderanno cura dei bambini in modo da rendere il distacco meno travolgente possibile.
In questo momento viviamo tutti, grandi e piccoli, emozioni comuni come la speranza, la voglia di ripartire, però c’è anche la paura, che è un’emozione che non piace tanto né ai grandi né ai bambini, però è un’emozione presente. Allora interroghiamoci a casa su questa paura: com’è? E’ grande, è piccola? Che forma ha o che colore ha? E se parla, che cosa vuole dirci? E come lo dice?
“Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi” (Karen Blixen)
Nel prossimo articolo parleremo de “La sindrome della capanna”
… Al prossimo articolo!
I suggerimenti di oggi sono a cura di:
Dott.ssa Graziella Montoneri – Psicologa dello Sportello d’ascolto, IC Poseidone di Torre Angela– Roma | Progetto Patti d’Impatto
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PILLOLE DI PSICOLOGIA PER GENITORI IN QUARANTENA, a cura delle psicologhe coinvolte nel Progetto “Patti di Impatto”, vuole essere un invito alla riflessione per genitori e insegnanti sul momento che stiamo vivendo. Uno spazio dove è possibile ritrovare la descrizione di stati d’animo vissuti in questo momento faticoso e qualche suggerimento su come organizzare al meglio il tempo in casa.
Ti sei perso le precedenti pillole? Clicca di seguito per leggerle:
Pillola #4: https://percorsiconibambini.it/pattidimpatto/2020/05/27/pillola-4-storie-di-famiglia-e-giochi-di-narrazione/
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