Le voci di OpenSpace | “Andrà tutto bene”

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Storie e testimonianze di chi vive in prima linea sul territorio 

In questi giorni difficili anche il progetto OpenSpace, che si rivolge ad alunni, famiglie e insegnanti ed è volto a contrastare la povertà educativa si è spostato online. Molti degli incontri e delle iniziative in programma sono diventati virtuali, ma non per questo meno autentici. In altri casi le attività si sono dovute interrompere, in attesa di poterle riprendere. Ma continuiamo a credere che anche questa esperienza, nelle difficoltà che ci presenta, possa essere un’opportunità di trasformazione e crescita.

Oggi la testimonianza che vi raccontiamo è quella di Silvana Lodico, operatrice di OpenSpace e referente per le attività a Palermo.

 

Andrà tutto bene

E chi si aspettava tutto questo? Dovevamo fermarci solo per le vacanze di carnevale ma, da allora, a scuola non ci siamo più tornati. Un virus è arrivato a sconvolgere la nostra quotidianità e, a suon di decreti, la nostra libertà si è via via ridotta. Ma no, è una semplice influenza ci siamo detti all’inizio per esorcizzare il pericolo. Quando sono state chiuse le scuole i nostri giovani hanno esultato all’idea di qualche giorno in più a casa, ma quando hanno chiuso via via le palestre, gli uffici, i servizi non essenziali, ci hanno vietato gli abbracci, raccomandato di stare a un metro l’uno dall’altro e di lavare spesso le mani, allora abbiamo cominciato ad avere paura.

Il virus senza saperlo ci ha costretto a rallentare, e rallentando ci siamo sentiti incapaci di prenderci cura degli altri. Le nostre risorse, coperte da uno strato di ruggine, hanno bisogno di un buon lubrificante e quindi la crisi può diventare una fonte di opportunità per riscoprire uno stare insieme ed essere presenti nelle distanze.

Le scuole stanno attivando le piattaforme online, le famiglie si mettono in gioco e accolgono la sfida di una scuola a distanza, e così anche noi del progetto OpenSpace. Siamo consapevoli di dover continuare a dare il nostro contributo, che gli studenti e le famiglie non possono essere abbandonati, che i percorsi iniziati devono proseguire. In un ventaglio di condizioni familiari differenti e di diverso accesso alle risorse educative siamo attenti affinché nessuno rimanga indietro. Perché il messaggio che vogliamo dare è che nelle avversità riusciamo a fare e a vedere cose che normalmente ci sembrano impossibili o invisibili. 

Lo stiamo facendo per essere pronti a tornare ad abbracciarci con una consapevolezza nuova e con la ricchezza di chi ha imparato a dare valore al tempo e alla socialità.

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