Nest Tor Sapienza: un viaggio di esperienze lungo tre anni!

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L’Hub romano di NEST ha la fortuna di avere una lunga storia alle sue spalle: “La Casetta della Arti e dei giochi” infatti insiste ed è attiva nel territorio di Tor Sapienza da quasi vent’anni e questo ha consentito un avvio di progetto davvero veloce sostenuto dal passaparola della comunità del quartiere e dall’esperienza che molte famiglie hanno avuto nei servizi Antropos nel tempo.

La potenza di fuoco delle azioni di NEST ha riportato un gran numero di famiglie alla partecipazione attiva, all’utilizzo degli spazi interni all’hub ed esterni, l’adiacente parco “Barone Rampante”.

Nel primo anno e mezzo di progetto le attività aggregative per famiglie, le feste, gli eventi sono stati senz’altro il fiore all’occhiello del servizio, i momenti più amati e partecipati.
Erano momenti di grande condivisione e divertimento in cui una comunità variegata e meticcia fatta di famiglie provenienti dal “quartiere mondo” si incontravano e scambiavano ricette, sorrisi, parole, consigli sulla maternità e sulla vita dei bambini.

Questo restituiva ai bambini un clima di grande unità e collaborazione, una vera e propria palestra d’integrazione, in cui ogni differenza è stata vissuta con curiosità e come stimolo di crescita reciproca. Una mamma marocchina che organizza il “rito del thè” per insegnare e valorizzare questa usanza agli occhi di donne che ne avevano solo sentito parlare e che assistono alla dimostrazione con tanto entusiasmo, stupore e qualche domanda, questa è una delle immagini che più di tutte rimane di questi momenti di festa e scambio.

L’arrivo della pandemia ci ha poi obbligati a contrarre i momenti di condivisione in presenza ed ha ricercare nuovi spazi, luoghi virtuali in cui il medium, purtroppo, costringe a nuove regole e differenti modalità. Nonostante tutto però la partecipazione e la richiesta di momenti di comunità non è mai scesa e dopo il lockdown, con le dovute precazioni, siamo tornati ad incontrarci e a creare momenti di aggregazione.

Catalizzare processi di costruzione di comunità, di animazione e valorizzazione territoriale, di integrazione e scambio culturale ha reso il quartiere più aperto e fertile, più disponibile alla novità, avvicinando anche famiglie e persone anziane, frequentatori del parco, alle attività di progetto. Così l’albero di Natale di comunità, piantato nel parco e decorato con la partecipazione del quartiere ha visto davvero l’attivazione di tutti.

Mancano pochi mesi alla chiusura del progetto e quello che vediamo essere veramente cambiato è il senso di appartenenza ad un posto che può ed è di fatto, luogo di tutti e per tutti, accogliendo proposte e fragilità, dubbi e possibilità, un posto in cui passare anche solo per un saluto, per ricordare insieme il percorso fatto, per chiedere nuovamente aiuto o per sapere cosa c’è di nuovo. Un posto in cui non ci si arrende alle difficoltà e si rimane comunque in contatto.

L’essere diventati un riferimento importante per le famiglie è sicuramente uno degli obiettivi più significativi raggiunti e qualcosa che rimarrà e sopravviverà al progetto.

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