NEST: come contrastare i fattori che attivano o alimentano la povertà economica ed educativa
di Comunicazione NEST
Uno degli obiettivi cardine che l’Hub Nest di Bari mira a raggiungere – attraverso l’attivazione di interventi strutturati – è quello di contrastare i fattori che attivano e/o alimentano la povertà, economica ed educativa. Due connotazioni della povertà che si rinforzano vicendevolmente in un circolo vizioso dove l’una innesca l’altra.
La progettualità Nest tenta di scardinare e di interrompere questa spirale, attraverso azioni di prevenzione e di empowerment. Il tentativo è quello di recuperare la prospettiva di una comunità che sappia “prendersi cura” dei nuclei in difficoltà e sviluppare processi di inclusione attiva per raggiungere, in linea con la strategia comunitaria, l’innalzamento della condizione di benessere di ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza, adulto, per assicurare l’accesso ai beni, ai servizi, alle opportunità di sviluppo sociale e professionale.
All’interno del Nest sono molteplici le azioni di contrasto messe in campo in favore dei bambini e dei loro genitori: azioni che tengono conto del territorio e del contesto in cui il progetto opera. La valutazione dell’impatto delle azioni progettuali attivate all’interno dell’Hub Nest di Bari è costante e continua e coinvolge direttamente l’intera equipe e indirettamente gli stessi genitori anche attraverso dei gruppi di consultazione. Tutto ciò permette di poter calibrare e/o riformulare ogni singola azione al fine di rendere l’intervento più efficace ed efficiente. Diverse le attività strutturate di prevenzione alla povertà educativa ed economica e di recupero di una genitorialità positiva. L’Hub Nest di Bari offre possibilità, strumenti, occasioni, rivolte all’intero nucleo familiare attraverso azioni di empowerment che mirano a superare una logica volta all’assistenzialismo con l’intento di dirigerla sempre più verso una logica improntata all’autonomia e alla sostenibilità. La strutturazione di attività genitore/bambino o bambina, la sperimentazione di diversi laboratori come la lettura animata, la musica, l’arte, le attività psico-motorie, l’attivazione di percorsi sull’educazione all’affettività e sulla genitorialità positiva sono tutti strumenti che la progettualità Nest attiva per produrre un cambiamento significativo. Inoltre, il diretto contatto con i beneficiari e il lavoro di rete a maglie strette tra i vari attori territoriali che condividono prassi e metodologie, permette di avere un monitoraggio più funzionale e coerente.
L’impatto delle azioni progettuali, dunque, produce cambiamenti sia rispetto ai nuclei presi in carico che rispetto al territorio e alle realtà territoriali che vi operano.
E’ possibile riscontrarlo durante i tavoli di coordinamento, attraverso l’analisi delle diverse prese in carico integrate. E’ visibile osservando C., mamma della piccola P., che durante questi mesi ha imparato a “prendersi cura” in maniera adeguata della sua bambina; in G., mamma del piccolo A. che ha deciso di provarci, di mettersi in gioco riprendendo gli studi con l’obiettivo di garantire al suo bambino un futuro migliore; nella volontà di M., mamma del piccolo N., di iscriversi al corso di lingua italiana per stranieri per poter, come spesso riferisce, riuscire a integrarsi nel territorio e comunicare con facilità col pediatra, piuttosto che con l’insegnante o con un eventuale datore di lavoro.
È l’azione progettuale condivisa che produce il cambiamento. La valutazione dell’impatto progettuale avviene con sistematicità, al fine di individuare le prassi e le azioni che sembrano apportare cambiamenti efficaci e duraturi che vanno dunque replicate e rinforzate nel tempo. La valutazione si realizza nel breve, medio e lungo periodo, declinandosi a seconda degli obiettivi che si intendono perseguire e dunque monitorare, avvalendosi di strumenti di verifica oggettivi e soggettivi che, integrandosi, forniscono un quadro completo dell’impatto dell’azione progettuale sul territorio.
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