Come coraggio e complicità possono strutturare nuovi spazi d’ascolto e di confronto

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A Messina, il Progetto “Liberi di Crescere – rete ad alta intensità educativa”, ha provato a non fermarsi e tra le azioni proposte siamo riusciti a realizzare, anche se virtualmente, il laboratorio di autoanalisi su bisogni e desideri.

La riflessione da cui abbiamo preso spunto l’abbiamo condivisa nelle settimane precedenti al nostro incontro: <<Durante questo lungo periodo in cui siamo rimasti a casa, senza poter andare a scuola o a lavoro, senza poterci incontrare, abbiamo comunque pensato alla nostra vita e al mondo della scuola cui siamo legati>>. A partire da qui ci siamo chiesti quali di questi pensieri hanno continuato ad accompagnarci una volta tornati “liberi” e cosa tra quello che abbiamo “imparato” in questi giorni di solitudine potrà esserci utile anche dopo.

Restare connessi in questi mesi difficili è stato impegnativo, ci ha permesso di scoprire e “riscoprire” molto di noi, ma forse di non imparare altrettanto.

Il tempo è la dimensione con cui, banalmente e inevitabilmente, siamo stati costretti a confrontarci tutti. Per molti un’occasione imperdibile per recuperare, per altri una sfida cui è stato impossibile sottrarsi.

Abbiamo fatto i conti con la solitudine e con le nostre paure, ma ciò che con forza è emerso, per la quasi totalità dei partecipanti, è stato quanto importante sia l’altro, fondamentale nelle nostre vite tanto quanto noi stessi.

La famiglia certamente ma anche gli amici e la possibilità di poter contare sulla relazione e sulle relazioni, sono stati per molti gli elementi irrinunciabili di questo strano tempo. Cercarsi e trovarsi, esserci gli uni per gli altri!

Tante cose si sono complicate durante l’isolamento ma altre hanno trovato lo spazio e il tempo giusti.

“Vogliamo ricominciare in una scuola dove possiamo sentirci ascoltati” ci hanno detto i ragazzi. “Una scuola in cui ci si possa prendere cura l’uno dell’altro…questo abbiamo imparato in questi mesi in cui anche se da lontano non ci siamo mai persi”.

“Il mondo si è fermato, la terra forse ha pure preso un po’ di respiro, è accaduto l’incredibile, ciò che era impensabile fino a qualche mese fa” ci ha ricordato A., una delle giovani partecipanti, al suo ultimo anno delle medie. Questa riflessione così profonda e netta sul duro periodo che ci siamo lasciati alle spalle è molto più che un indizio, è un indirizzo chiaro. Ricominciare, anche se forse non ci siamo mai fermati, da dove c’eravamo lasciati non è possibile. E non si può neppure tornare indietro. Ci vogliono coraggio e complicità per strutturare nuovi spazi d’ascolto e di confronto, nuovi anche nelle modalità d’espressione e di realizzazione.

Domande che generano domande…questa è la forza dei laboratori di maieutica reciproca. Proveremo a partire da qui per proseguire il nostro lavoro, cercando di capire cosa è accaduto e organizzandoci per il futuro.

Sappiamo che il futuro non è certo, non è garantito ma è nelle nostre mani. Il futuro della scuola siamo anche noi, tutti noi: i docenti, gli studenti con le loro famiglie, gli educatori del progetto, gli abitanti di una comunità imperfetta che continuano a operare, maturando corresponsabilità e consapevolezza, affinchè questa diventi spazio d’azione, luogo di crescita e relazioni. Tutti uniti dal desiderio di cambiare quello che non ci piace, con l’ambizione di voler contribuire a costruire una città che intende crescere in giustizia, uguaglianza e libertà.

 

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