“Un viaggio nella mente”, i ragazzi del Liceo Catullo di Monterotondo affascinati dal percorso dell’ HUB “Attivamente”

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E’ il 29 marzo, il giorno è arrivato! Dopo due sezioni formative sul tema disabilità e psicosi, i ragazzi della classe del Liceo Catullo, ad indirizzo psicopedagogico, di Monterotondo si sono recati al “Museo della Mente” di Roma.

Erano pronti, curiosi, puntualissimi alla stazione di Monterotondo, seppure con una sveglia che è suonata molto prima del solito”, racconta Fabrizio Ragonetti, operatore della Cooperativa “La Lanterna di Diogene” che li ha accompagnati durante tutto il percorso formativo ed anche in quest’ ultima giornata.

Insieme a lui la professoressa Costetti (referente interna per il Liceo Catullo del progetto “L’ Atelier Koinè”) e la professoressa De Bellis. Già durante il viaggio si respirava una bella energia e il dottor Ragonetti, come promesso, ha approfittato del momento del trasporto sul treno metropolitano per fare dei piccoli giochi sull’attivazione della creatività, un viaggio nel “pensiero divergente” durante un viaggio in treno!

IL MUSEO DELLA MENTE – Una volta arrivati al Museo, poi, esperienza unica da fare e che consigliamo vivamente (www.museodellamente.it), i ragazzi sono stati pienamente coinvolti nei percorsi che questo posto unico propone.

Per chi non lo conoscesse, il Museo della Mente, nasce all’ interno di S. Maria della Pietà, istituto manicomiale romano, che dopo la riforma Basaglia ha chiuso, e negli anni a venire ha accolto il museo che ha come finalità la divulgazione delle tragiche pratiche manicomiali, alle quali fortunatamente si è posto fine. Il museo è concepito attraverso alcuni percorsi multisensoriali che fanno sì che chi lo visita possa essere estremamente coinvolto nell’esperienza.

E così è stato per questi ragazzi di appena sedici, diciassette anni che si sono trovati immersi per un’ intera mattinata in una esperienza seppure a tratti drammatica, ma estremamente significativa. Diverse le sensazioni provate da ognuno di loro, assolutamente non è possibile ricondurre un filo comune; chi è rimasto coinvolto dalla “stanza dei veleni” , chi dalle voci degli internati che risuonano nei tavoli digitali, chi dalle immagini dei “pazzi”, chi dalle opere d’ arte che i pazienti creavano nelle loro interminabili giornate senza senso, ed ancora una dopo l’ altro, l’ interagire coi i luoghi che riconducono a questa “fabbrica di gestione della follia”. Però i ragazzi erano pronti, attenti, curiosi, poichè i giorni di formazione che hanno preceduto questa visita così suggestiva, hanno fatto da “ponte emotivo” a questa esperienza.

Il percorso dell’HUB “Attivamente” sviluppato nell’ambito delle attività per adolescenti del progetto “L’Atelier Koinè”, si propone come finalità prima, proprio la sollecitazione di processi dinamici e di stimoli che hanno a che fare con competenze alternative.

Proporre un percorso di attivazione di “empatia” come questo, in una classe di liceo ad indirizzo psicopedagogico, ha centrato completamente il segno.

Uno straordinario viaggio nella mente!

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