Un decalogo pedagogico per il progetto Kepler 5-14

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…. il tempo per porci qualche domanda in più perché costretti a stare a casa.
Prendere in mano un libro impolverato lasciato in libreria o guardare il volto dei nostri familiari che in genere scappano negli impulsi della quotidianità. Ora riesco a chiedermi, perché è più facile scrivere e comunicare cosa faccio nel mio lavoro, piuttosto che il senso, il valore, l’approccio in cui credo e porto avanti, da anni, con la mia organizzazione. Dopo un anno di lavoro è giunto il momento di condividere lo strumento che ci sta accompagnando nel progetto Kepler 5-14 nuovi sistemi educativi per generazioni competenti, sostenuto dall’impresa sociale Con I Bambini.

Ripercorrendo le tappe passate, rivivo dentro di me alcune sensazioni provate alla notizia di aver ricevuto il finanziamento. Un primo sospiro che portava con sé il grido «ce l’abbiamo fatta», un pensiero a tutte quelle persone che hanno lavorato e collaborato, un sollievo rispetto ai bisogni che avevamo rilevato nel territorio. Ma poi, nei giorni successivi, sono saliti gli interrogativi legati alla portata che poteva avere un progetto simile, al suo impatto territoriale e sociale. Azioni, risorse, beneficiari, soggetti, partner… tutto abbastanza definito; ma la scienza dell’educare porta con sé l’imprevisto, la complessità, la molteplicità di soggetti e soprattutto il non guardare solo al qui ed ora. Nascono domande dubbi, ripenso a delle linee d’indirizzo sperimentate, ai nostri valori e modalità di lavoro.

Bisognava affrontare la sfida di lavorare sulla povertà educativa, di provare a condividere in equipe alcune domande, accompagnare il processo verso i risultati preposti incidendo realmente su alcune questioni e trovando un orizzonte di senso. Sappiamo che la quotidianità a volte schiaccia, le azioni ci fanno agire, ma il pensiero e la riflessione aprono a strategie innovative e aiutano a cogliere i bisogni delle diverse soggettività. Come potevamo procedere e tenere vivo il pensiero e l’azione? Impossibile non recuperare la Teoria del campo di Kurt Lewin che sottolinea che «il comportamento è originato da una totalità di fattori interdipendenti, e quindi, in buona sostanza, dalla totalità dinamica della situazione così come si determina in un dato momento».

Da questo presupposto quindi bisogna chiedersi: chi si trova realmente in uno stato di povertà educativa? Perché? Per quanto lo sarà? Su chi fare presa per creare un reale cambiamento sociale? Minori o adulti? Scuola o territorio? Difficile trovare delle risposte preconfezionate ma chiara la consapevolezza di avere un’opportunità per creare un nuovo processo di lavoro che si muove in un dato contesto.

Come partire a riflettere con l’equipe su un progetto di una portata triennale, con più di 15 partner e con ampie risorse? Non poteva mancare un lavoro sulle nostre aspettative, ma servivano delle linee pedagogiche come bussola per orientarsi nelle diverse fasi di lavoro. Costruiamo così, partendo dalle azioni progettuali scritte nel progetto, una griglia di lavoro per proporre all’equipe, quella che tecnicamente si chiama polarizzazione. Impieghiamo alcune riunioni e discussioni per elaborare il nostro DECALOGO PEDAGOGICO, la guida del progetto Kepler 5-14.

Un decalogo per muoversi nella scuola con i ragazzi e gli insegnanti, ma anche con i genitori per lavorare sulla prevenzione; che aiuta nella metaprogettazione e sostiene lo sviluppo delle azioni stabilite cercando sguardi più ampi. Uno strumento che facilita una visione di sistema, di supporto al contrasto della povertà educativa, allargando queste domande non solo al terzo settore, ma ad una comunità educante che deve interrogarsi su questa tematica, dalle istituzioni scolastiche al mondo volontariato, dalle parrocchie, ai genitori alle associazioni. I punti focali come si può ritrovare nel documento, sono la relazione individuo-gruppo, il lavoro sui bisogni, l’approccio ed il ruolo dell’educatore rispetto ai ragazzi, l’innovazione dentro la scuola, il lavoro con i genitori e l’approccio di sistema, territoriale e di rete.

 

Con il passare dei mesi il Decalogo si è anche trasformato in uno strumento di monitoraggio per valutare l’andamento delle diverse azioni.Prendendo i 10 punti e posizionandoli, prima individualmente e poi come equipe, in 4 quadranti, abbiamo ottenuto una fotografia dello stato delle azioni a regime, di quelle più faticose, di cosa motivava e cosa meno; abbiamo potuto, di conseguenza, mettere a fuoco dove era necessario investire maggiori energie progettuali e dove e come riprogettare. I principi stabiliti all’inizio andavano ritarati, rinnovati e rilanciati nella rete dei partner e soggetti territoriali per procedere con degli step di cambiamento.

La mappa costruitasi era chiara, non si poteva sfuggire: molte soddisfazioni e risultati, ma anche presa di coscienza di qualche necessità. Alcune azioni richiedevano una virata, perché più faticose o perché avevano bisogno di una spinta anche di altri attori. Non è salita la demotivazione né la fatica, ma una maggior carica di fronte alla prospettiva di avere ancora più di due anni davanti per lavorare nella costruzione di contesti educativi significativi, nella serenità di avere un’equipe unita in una visione progettuale comune.
Lucia Di Palma, coordinatrice del progetto Kepler 5-14

Scarica il Decalogo pedagogico

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