Bambini connessi in ospedale, grazie al Polo di comunità

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Due computer portatili per rimanere in contatto con il mondo e con la scuola anche quando la malattia li costringe a rimanere in ospedale. Servirà a questo il Polo di Comunità che è stato aperto venerdì 13 gennaio nel reparto di pediatria dell’ospedale Maggiore di Lodi, grazie alla collaborazione tra il nostro progetto, l’Asst di Lodi e la sezione locale dell’Abio.
La proposta di creare uno di questi spazi presso la pediatria di Lodi ha suscitato l’interesse di Abio Lodi, che ha coinvolto medici e infermieri del reparto e favorito l’appoggio dell’Asst. Il Polo di comunità sarà un aiuto concreto per i piccoli pazienti e le loro famiglie, perché permetterà loro di seguire le lezioni on line e fare i compiti mentre sono ricoverati, ma favorirà anche attività educative e ricreative.
“Il progetto Im-Patto Digitale è nato durante la fase più buia dell’emergenza pandemica per aiutare bambini e ragazzi esclusi dalla didattica. Abbiamo deciso di attivarci per dare una risposta concreta al bisogno di tante famiglie e di tanti ragazzi del Lodigiano cui mancavano i computer – spiega Mauro Parazzi, Presidente della Fondazione Comunitaria di Lodi, che è capofila del progetto cui aderiscono 12 partner – . Oltre a ciò, abbiamo pensato di creare i poli di comunità, come quello che inauguriamo oggi in pediatria. Si tratta di spazi sicuri dove bambini e ragazzi si possano incontrare e usare Internet insieme, in condizioni di benessere”.
“Ringrazio tutti i soggetti coinvolti nel progetto Im-Patto Digitale per l’importante iniziativa destinata ai nostri piccoli pazienti – ha sottolineato il direttore generale Salvatore Gioia – : poter contribuire a rendere connessi i bambini durante la degenza in reparto è fondamentale per non interrompere il loro percorso scolastico, ma anche per favorire occasioni ricreative e di svago. È dimostrato, infatti, che mantenere il più possibile un legame con il proprio ambiente di vita esterno è parte integrante del programma terapeutico e il nuovo polo di comunità non potrà che migliorare la qualità della vita dei piccoli ricoverati, diventando un prezioso alleato per i nostri professionisti impegnati giorno e notte nella loro assistenza”.

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