Bulli e Pupe: contrastare il bullismo con la macchina fotografica.
di Paolo Ferranti
I rapporti interpersonali fra i ragazzi e le ragazze con età compresa fra gli 11 e i 17 anni non sono sempre caratterizzati da un clima di amicizia e tolleranza.
Purtroppo le ultime indagini ISTAT ci rivelano una realtà spesso molto diversa, caratterizzata dalla presenza di “vittime” e “prepotenti”, che creano situazioni di squilibrio all’interno del gruppo classe o della stessa cerchia di amici.
Parliamo dell’ormai diffuso fenomeno del bullismo, che colpisce in media un ragazzo su due con episodi vessatori più o meno gravi.
Con l’azione Bulli e Pupe, sostenuta dall’Osservatorio di Genere di Macerata, siamo entrati nelle classi prime dell’Istituto Professionale Alberghiero “Filippo Buscemi” per sensibilizzare i ragazzi su questo delicato tema affrontando anche il fenomeno del cyberbullismo e quello meno noto dell’hate speech.
Siamo entrati in punta di piedi con un approccio innovativo: l’intervento è stato strutturato sia in modalità esplorativa ( caratterizzata da 3 incontri informativi e conoscitivi sulle problematiche) sia in modalità laboratoriale (svolta in 4 incontri focalizzati sul tema delle identità, utilizzando lo strumento della fotografia come mezzo conoscitivo di sé.
Durante gli incontri esplorativi abbiamo coinvolto l’intero gruppo classe, osservando le dinamiche con cui i ragazzi interagivano fra loro.
Durante i tre incontri preliminari abbiamo selezionato 15 ragazzi suddivisi equamente fra maschi e femmine, e li abbiamo chiamati a partecipare ad un laboratorio fotografico che potesse farli esprimere liberamente in una modalità diversa dal solito.
Il risultato è stato una raccolta di immagini e scatti rubati, che potessero mostrare ai ragazzi il loro reale riflesso: non più un’immagine distorta dalle loro convinzioni, ma una restituzione reale della loro vera natura. Un piccolo esercizio di autocritica e valutazione della realtà, che mettesse a nudo le loro reali emozioni e caratteristiche.
I ragazzi, inizialmente titubanti, ci hanno dato una restituzione complessa ed estremamente positiva dell’intero progetto.
Hanno collaborato tutti, rendendosi via via sempre più disponibili a mettersi in gioco. Un piccolo esercizio di mimesi empatica che li portasse a scambiarsi i ruoli, rivestendosi nei panni dell’altro.
Il bullismo e il rapporto con il mondo degli adulti
Per avere un quadro completo della condizione in cui i ragazzi si trovano, li abbiamo sottoposti a questionari anonimi che potessero darci una restituzione delle loro reali paure e modalità di intervento per affrontare e contrastare il fenomeno di bullismo.
I risultati che ne sono venuti fuori sono, purtroppo, molto scoraggianti: i genitori non sono più il porto sicuro a cui i ragazzi si rivolgono, perché spesso vengono visti distanti e lontani dal mondo realmente vissuto dai ragazzi.
I ragazzi a loro volta si sentono abbandonati e dimenticati: non trovano più un dialogo costruttivo con i genitori, che spesso non li trattano da pari.
Sicuramente ritrovare la modalità più giusta per dialogare è il primo passo per costruire un rapporto sano e complice, dove ragazzi e genitori possano trovare un punto d’incontro per ricostruire le basi di un solido rapporto di fiducia reciproca.
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