Dietro le quinte di Coaching di 1° livello
di Paolo Ferranti
A volte ci si inserisce in punta di piedi in un progetto così vasto, e la parte più coinvolgente è quella di sbirciare dietro le quinte. La preparazione di una singola azione richiede infatti impegno, metodo e sensibilità.
Con l’aiuto di Roberto Fiore, Direttore del Centro di Solidarietà Marche Sud, approfondiamo uno dei momenti più delicati e decisivi della vita di uno studente: la proposta di orientamento per la scuola secondaria di secondo grado, compresa nell’azione di Coaching di 1° livello del progetto GOALS.
La proposta è strutturata in due percorsi distinti: un percorso classico e un percorso alternativo.
Il percorso classico
Nel percorso classico si evidenziano i criteri alla base di una scelta efficace.
Il percorso è incentrato su due principali capisaldi: la conoscenza di sé e la conoscenza del contesto in cui i ragazzi si trovano ed agiscono.
L’obiettivo è quello di valorizzare le proprie aspirazioni, commisurandole alle circostanze che ciascuno vive e alle esigenze in continuo cambiamento che contraddistinguono il lavoro di oggi.
Non esiste una scelta scolastica giusta o sbagliata, ma percorsi più o meno in linea con le proprie aspirazioni, con la propria indole e con le proprie possibilità. Scegliere tenendo conto di questi criteri spesso giudica della efficacia delle decisioni future.
Condizione fondamentale per fare questo è superare le errate convinzioni che spesso decidono della scelta di numerosi studenti: molti infatti selezionano gli istituti in base alla presunta mole di studio, alla presenza o meno di amici che li frequentano, alla vicinanza o alla lontananza da dove si abita, o al maggior o minor prestigio dato da una determinata scuola o da un determinato istituto.
La famiglia e la scuola giocano un ruolo fondamentale all’interno di questa scelta: devono sostenere il ragazzo, senza condizionarlo eccessivamente con le proprie idee.
La creazione di pregiudizi negativi può infatti far nascere adulti con bassa autostima o non pienamente realizzati.
Un metodo di scelta “alternativo”
Al percorso più tradizionale si è scelto di affiancare un percorso “alternativo”.
Strutturato in maniera diametralmente opposta, si basa non su un’osservazione della situazione ad oggi, focalizzata esclusivamente sulla scuola da scegliere ma, partendo dal presente, si vuole guardare a quello che presumibilmente sarà lo scenario fra 10 anni, quando questi ragazzi si troveranno ad affrontare la ricerca di una prima occupazione.
Il mondo del lavoro è molto fumoso agli occhi dei ragazzi, tanto più che siamo in una società in continua evoluzione.
Ciò che attualmente esiste subirà radicali cambiamenti. È illusorio strutturare il proprio percorso scolastico esclusivamente sulla speranza di intraprendere un lavoro che con molta probabilità fra 10 anni richiederà competenze e capacità molto diverse o addirittura non esisterà più. Meglio favorire la crescita e lo sviluppo delle capacità soft, come la capacità di affrontare il cambiamento, la capacità di prendere decisioni, la capacità di risolvere problemi, la capacità di trovare nuove soluzioni.
Puntare sul protagonismo dei ragazzi significa renderli più capaci di affrontare le sfide che saranno chiamati ad affrontare.
Questa modalità è particolarmente utile anche per i genitori, con i quali sono previsti momenti assembleari.
I genitori, al pari degli insegnanti, hanno anche in questa fase un ruolo determinante, quello di aiutare i propri figli a sviluppare un criterio di giudizio. Dovranno supportarli senza mai sostituirsi a loro. Al centro della scelta deve esserci sempre il ragazzo, con le sue abilità e competenze, con i suoi desideri e con le sue aspirazioni.
Uno studente motivato, capace di acquisire piena consapevolezza sui suoi punti di forza, è un futuro adulto responsabile, con una buona autostima di sé e conscio delle proprie capacità.
Il percorso è appena cominciato ma siamo stati già piacevolmente colpiti dalla risposta dei ragazzi degli istituti scolastici Ugo Bassi di Civitanova Marche e dell’Istituto Nardi a Porto San Giorgio.
Un buon punto di partenza che ci fa ben sperare per il futuro.
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